I mondi di radice-labirinto e di Madori

Nei giorni scorsi Ilaria Vasdeki altrimenti detta Madori Design ha pubblicato sul suo blog un post che racconta, dal suo punto di vista, la nascita del progetto libreria radice-labirinto.
Ne condividiamo alcuni passaggi sul nostro sito. Ci fa pensare che le idee siano come nuvole, che non appartengano a nessuno, ma che, formatesi per qualche motivo, si librino nell’aria fino ad incontrarne altre e assumere nuove forme e significati, e ancora trasformarsi in maniera imprevedibile in acqua, sole, neve.

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[…] Alessia ha una passione per il libro che va oltre le storie, oltre le illustrazioni, oltre le parole. Intuisco che l’avventura della libreria rappresenta per lei una vera e propria missione pedagogica. Il suo sogno, mi confessa, è costruire un piccolo mondo dove avere cura quotidianamente della crescita culturale dei bambini. Sento che ha un modo di intendere la cultura che si avvicina molto al mio. Mi parla della sua idea di scuola nella natura, dove i bimbi possono imparare nella pratica, dal mondo vero.
[…] Nel sentire l’aderenza tra le sue parole e il mio modo di pensare l’architettura si fa strada un desiderio di condividere con lei il venire al mondo della libreria come spazio fisico, come luogo di scoperta e di esperienza culturale.

[…] Ho presentato ad Alessia il concept e le tavole, spiegandole che avremmo costruito un giardino.
La libreria come un giardino. I libri e i giocattoli avrebbero trovato casa in uno spazio verde mutevole, articolato in molteplici atmosfere, microambienti transitori che avrebbero guidato e dirottato le esplorazioni di piccoli e grandi alla scoperta di parole e di storie.
Inizialmente Alessia non si capacitava della proposta e mi chiedeva continuamente di misurare le mia visione con i trentacinque metri quadrati del negozio. Mi ha creduto quando le ho mostrato come i trentacinque metri quadrati avrebbero potuto contenere tanti mondi, tanti paesaggi. Percorsi, tane, rifugi, luoghi per giocare e per imparare. Luoghi per scoprirsi e meravigliarsi.

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Credo di averla conquistata quando ho iniziato a tradurre la mia visione utilizzando metafore teatrali, quando ho iniziato a trasmetterle l’idea del negozio-libreria-giardino come macchina teatrale, quinta scenica di infinite possibilità di movimenti.
E’ accaduto che abbiamo iniziato a percepire insieme lo spazio, in tutte le sue possibilità.
E dal cantiere è nata una amicizia. E’ successo così. Ci si incontra, ci si trova allineate, consapevoli di non avere a cuore questioni superficiali legate alla forma, ma piuttosto di condividere un mondo di contenuti, il desiderio di costruire un luogo dove ciò che conta è la qualità delle relazioni.

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[…] Oggi mi sono sorpresa a guardare la libreria con gli occhi di un bambino, mi sono sorpresa per quella concretezza di uno spazio nato da una visione condivisa. Mi sono sorpresa nel constatare quanti mondi possono nascere in un cantiere.
Quanta prossimità, quanta vita. Che diventa spazio, e poi ancora vita.
Ho visto la leggerezza dei tiranti d’acciaio e del tetto verde che sarà.
Ho visto i paesaggi sospesi di case di legno edificate nel cielo.
Ho visto le betulle dell’opera di Silvia, leggere leggere.
Ho visto i movimenti di Alessia e di Dario, li ho immaginati al lavoro in questo nuovo mondo.
Ho visto i bambini scrivere sulla parete, giocare con i tavoli ludici… imparare un nuovo modo di stare insieme.
Ho visto la bellezza del lavoro. E come spesso accade con gli incarichi di Madori, ho stretto una profonda amicizia con la mia committente. […]

Leggi tutto il post di Ilaria sul blog di Madori Design.

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