Il coraggio di essere diversi

Il progetto è rivolto ai bambini delle classi quarte e quinte della Scuola Primaria e ai ragazzi delle Medie

 

PREMESSA | L’importanza della gentilezza

Beatrice Masini, che ho la fortuna di incontrare, mi ha confidato che a lei piace molto trovare i titoli per i libri e credo che “Siate gentili con le mucche” sia decisamente un bel titolo, accattivante e illuminante.

Temple Grandin, la protagonista del libro della collana che Editoriale Scienza dedica alle donne che hanno contribuito ad allargare gli orizzonti del panorama scientifico internazionale, non sa cosa sia l’amore, ma sa cos’è la gentilezza.

Gentilezza è una parola poco usata, la inseriamo qua e là nelle frasi che diciamo ai bambini o quando vogliamo sincerarci che i nostri figli si stiano comportando bene: “Marco sei stato gentile con questo bambino?” “Non sei stato affatto gentile!”, “Ma insomma quante volte ti ho detto di essere gentile con le persone che non conosci?”.

Eppure “gentilezza” è una parola profondissima che parla non solo del rispetto dovuto agli esseri viventi, comprese piante e animali, ma di una qualità dell’anima capace di diffondere intorno a noi un amore dolce e disinteressato che si propaga come un’onda del mare.

Nella fotografia la vetrina della libreria Radice-Labirinto dedicata al libro Beatrice Masini “Siate gentili con le mucche” con le illustrazioni di Vittoria Facchini (Editoriale Scienza, 2014).

 

Sul perché far conoscere la vita di Temple Grandin

Benché piena di prove da superare e di momenti quasi magici, la vita di Temple Grandin è una storia vera: Temple nasce in America nel 1947 e fin dal primo anno di vita la sua mamma, Eustacia, capisce che la sua bambina è diversa dagli altri bambini. Non ride, non parla, non mette nulla in bocca, non le tira forte i capelli o la collana… Temple non fa nulla di tutto questo, sembra chiusa dentro al suo mondo, in un’isola incantata difficile da raggiungere.

Scrive Italo Calvino:

Un’isola è un’isola solo se vista dal mare.

Eustacia è una madre attenta e intelligente e non si arrende ad una visione univoca della sua bambina anche quando lo psichiatra dice che Temple – che a tre anni ancora non dice una parola – mostra i sintomi dell’autismo.
Eustacia vuole raggiungere quell’isola, vuole trovare un modo per entrare in contatto con sua figlia, non vuole chiuderla in un istituto e far sì che quell’isola diventi sempre più lontana e remota. Non è facile, perché Temple non ama nemmeno gli abbracci e quando Eustacia tenta di calmarla dopo uno dei suoi capricci terribili, Temple diventa come una bambola di pezza, molle e abbandonata.

Ci vuole coraggio per vedere le cose da un’altra prospettiva.

Illustrazione di Vittoria Facchini, Temple fotografa le mucche sdraiata in mezzo al bestiame.
Una storia vera che diventa un esempio di coraggio

La forza di Eustacia

Eustasia per capire meglio quella bambina dai capelli biondi e gli occhi azzurri tanto inquieta quanto lontana, ha studiato, osservato, ha girato documentari sulle scuole speciali americane, capaci o meno, di accogliere bambini e ragazzi diversi come Temple. Grazie al suo intuito e alla sua determinazione,
Eustacia non ha permesso a sua figlia di restare isolata. Non ha dato retta alle teorie del tempo che la volevano l’unica colpevole delle condizioni di Temple: “mamma frigorifero”, così le chiamavano le mamme dei bambini autistici, mamme fredde che a causa della loro incapacità di amare costringevano i figli a chiudersi al mondo come in una conchiglia.
Eustacia, pur sentendosi in colpa, è andata avanti e ha trovato per Temple una Tata speciale, poi l’ha iscritta al nido e in seguito alla scuola materna, e proprio prima che Temple iniziasse l’asilo…

Eustacia è andata a scuola e ha fatto una cosa straordinaria:

ha parlato con i futuri compagni della figlia, chiedendo a dei bambini di soli quattro anni di avere pazienza con lei, di trattarla con gentilezza anche se diversa. E indovinate un po’? Quei bambini hanno capito. Forse può sembrare strano che una cosa così semplice risulti tanto speciale. Ma quando questo succede, negli anni ’50, non è affatto scontato che dei bambini così piccoli siano considerati capaci di capire condizioni difficili come l’autismo.

Mi piace pensare che è anche grazie a donne come Eustacia se oggi pensiamo ai bambini come esseri pensanti, capaci di accogliere senza discriminare, capaci di capire cosa significhi diverso. Forse proprio perché Eustacia riusciva a vedere oltre lo sguardo lontano di Temple, sapeva quanto i bambini nascondano poteri straordinari.

Illustrazione di Vittoria Facchini, Temple a una festa di compleanno.
Parlare di autismo per parlare di cosa sia la “normalità” e di quanto sia complesso il mondo delle relazioni umane.

L’autismo non è una malattia, ma una condizione; se chiedete a Temple se desidera essere diversa da com’è, lei vi risponderà di no, che se anche ci fosse un bottone da spingere per essere come tutti gli altri, lei non cambierebbe, perché tutto quello che ha fatto nella sua vita è stato anche merito di questo suo sguardo diverso, per il suo modo di pensare per immagini, per la sua capacità di capire a fondo lo sguardo e il sentire degli animali.

Dunque come rappresentare ai bambini una diversità così radicata nell’animo e nelle mente di chi la possiede, ma così invisibile esternamente?

La nostra narrazione inizia così…
[il testo è stato scritto da Alessia Napolitano]

Ci sono molti tipi di malattie.
Ci sono le malattie che si vedono e che poi passano, come quando avete la febbre e vi scende il moccio dal naso, quelle che poi dovete prendere le medicine…alcune più buone altre meno. Quando avete la febbre le guance si arrossano, gli occhi diventano lucidi e di solito vi dicono che dovete stare a letto. Quando queste malattie passano, voi vi sentite bene, anzi a volte meglio di prima. Anche se vi rompete un piede o un braccio poi, passato qualche tempo state meglio, bisogna solo avere un po’ più di pazienza.

[Viene tirato un FILO ROSSO]

Ci sono malattie che si vedono, ma che non passano. Come le malattie che diventano via via più gravi e magari un giorno ti svegli e non senti più un piede o non riesci a pensare bene. Per queste malattie non basta prendere le medicine perché quelle giuste non sono ancora state trovate, ma tutti i giorni dei bravi medici guardano dentro ai microscopi per capire come curarle.

[ Viene tirato un FILO BIANCO]

Ci sono poi malattie che non passano, ma che non si vedono: come quando uno ha sempre dei brutti pensieri e decide che non vuole più alzarsi dal letto perché la vita è troppo faticosa o crudele, perché queste malattie ti fanno credere che nessuno ti voglia più bene. Alcune di queste malattie ti fanno ingarbugliare i pensieri e allora sembri un po’ matto.
Sono malattie dell’anima, così profonde che solo poche medicine riescono a penetrare in quel pozzo tanto oscuro; ma da sempre la medicina migliore per queste malattie è l’amore.

[ Viene tirato un FILO TRASPARENTE]

Poi ci sono malattie invisibili che non si vedono e non passano e che non sono nemmeno delle malattie. Sono delle condizioni. Uno nasce così e non è che è malato, solo che alcune parti di quella persona funzionano in modo diverso, ma diverso non vuol dire sbagliato, vuol dire diverso, come due foglie che nascono dallo stesso albero, ma una è verde e una è rossa. Diverse. E’ vero la maggior parte delle foglie è verde, ma anche una foglia rossa ha il suo perché e magari scopriamo che è interessante capirne di più.

[Viene tirato un FILO BLU]

La storia di oggi parla di una bambina, questa bambina si chiama Temple.


CON I BAMBINI E I RAGAZZI

Si prevedono due incontri in classe della durata di due ore ciascuno.

Gli incontri vengono modulati a seconda della classe che si incontra. La storia di Temple Grandin rimane invariata, ma cambiano le modalità di dialogo, i temi e le discussioni che si instaurano con i bambini o con i ragazzi.

Primo incontro

Viene narrata la vita di Temple Grandin fino all’età di 12 anni.

Secondo incontro

Viene narrata la vita di Temple Grandin dalle scuole superiori ad oggi.

 

Durante entrambi gli incontri viene presentata una ricca bibliografia volta a scardinare il procedere per “tematiche” (emozioni, relazioni, diversità…) e a riportare l’attenzione sul piacere della lettura e sulla potenza delle storie.

Si vedrà come “usare un libro” non equivalga a “leggere un libro” e come la storia di Temple Grandin porti con sé bellezza, dialogo e riflessioni a prescindere dall’argomento trattato.

Getteremo buona legna nel focolare dell’immaginazione, esploreremo la buona letteratura per bambini e ragazzi tornando alla meraviglia di parole ben scritte e di storie tramandate anche oralmente.

Costi

Il costo del progetto è di 500 euro più IVA al 22%.

 

Qui il libro recensito nei nostri Consigli di lettura.