Intervista a Roberta Cadorin

Roberta Cadorin per il calendario dell'avvento di Radice Labirinto
Roberta Cadorin per il calendario dell’avvento di Radice Labirinto

Roberta ed io passeggiamo intorno al lago ghiacciato, tra gli abeti, i frassini e i platani. Benvenuta nel nostro giardino, cara Roberta. I raggi di un magnifico sole al tramonto esalano dagli alberi un fresco profumo di resina e neve. Gli alberi qui non formano un bosco fitto, ma un ricamo ampio sul prato. La luce della sera mette in risalto le linee delle cortecce e il profilo delle chiome nude. Ogni albero è una presenza gentile al nostro fianco, e parlare tra questi giganti buoni ci dà una sensazione di leggerezza. Ci sono Roberta degli illustratori o degli artisti in genere, che sono per te dei giganti ai quali camminare al fianco senza tuttavia entrare nello loro ombra, ma da considerare custodi e ispiratori del tuo lavoro?

Bentrovata Alessia.
Il bosco è un ambiente che mi è molto familiare. Io vivo tra le montagne e, se da una parte ho la città, dall’altra le porte di casa mia si aprono proprio verso il bosco.
Questo induce a camminare, faticare, concentrarsi e stare da soli. Quindi rispecchia molto anche il mio lavoro in solitaria sulla carta.
Gli artisti che apprezzo sono talmente grandi per me che rimango in silenzio reverenziale. Non saprei farti solo qualche nome perché sono tanti e mi sembra di avere da imparare da tutti.

voloI nostri piedi affondano nella neve e scoprono le foglie cadute appena il mese scorso. Il ghiaccio ne conserva intatte le sfumature e la forma così che si potrebbe tracciare un sentiero sotterraneo che collega un albero all’altro, disegnato solo dal colore: gialle le foglie del platano, rosse quelle dell’acero, ruggine quelle del pino marittimo, e verdi quelle del salice. Il colore può essere una via per un ‘illustratore, ma mi pare di intuire dalle tue tavole che sia più la forma ad attrarti, le combinazioni possibili tra le varie geometrie, e il collage. Ce ne vuoi parlare?

Sai, forse il mio passato di architetto talvolta inevitabilmente riaffiora. Proprio di recente mi sono resa conto, lavorando col pop up, di quanto questo inconsciamente incida ad esempio sulla composizione e la progettazione di una tavola.
Il colore però mi seduce, mi diverte, mi sfida e mi rassicura al tempo stesso. Il collage invece soddisfa la mia indole di infantile bricoleur.

semiegermogliOgni albero possiede una sua essenza, un profumo particolare. A volte le foglie dello stessa specie possono apparire molto diverse tra loro a seconda dell’esposizione alla luce e ai nutrienti presenti nel terreno. Certo la forma rimane, ma mio nonno mi diceva “Guarda sotto. Le foglie come le persone sotto sotto sono tutte uguali”. Così io non dimentico mai di osservare attentamente la patina sul lato inferiore delle foglie, scoprendo che spesso questa parte appare molto diversa da quella rivolta al sole. Cosa distingue il tuo lavoro? C’è un pensiero che anima quello che fai e che ti piacerebbe potesse guidare il lettore di libro in libro?

E hai notato come la parte inferiore di certe foglie sia talvolta ancora più affascinante di quella superiore?
Sinceramente mi sforzo di non pensare troppo al mio lavoro. Non mi piace caricarlo di significati eccessivi ed è per questo che talvolta divento anche un po’ ironica. Vorrei non prendermi troppo sul serio.
Dal momento che mie tavole prendono vita perlopiù da emozioni, mi gratifica se sono in grado di suscitarne a loro volta qualcuna.

sardinesLa nonna invece mi diceva “Quando il pioppo mostra la foglia d’argento, cade la pioggia e soffia il vento”. Ancora oggi, prima di un temporale non riesco a non guardarmi intorno per cercare un pioppo che mi dia la sua sentenza. Per fortuna da queste parti i pioppi non mancano. C’è, cara Roberta, un giardino, un albero e una fiaba che hanno avuto un’eco importante nella tua infanzia e che ancora oggi guidano il tuo sguardo sul mondo?

Il giardino della mia scuola elementare era di oltre 7mila mq, con una parte coltivata ad orto, Era una scuola sperimentale all’avanguardia per quegli anni e tutt’ora di rilevanza nazionale, riportata anche nei libri di storia dell’arte. Coltivavamo la terra, raccoglievamo l’uva per fare il vino, allevavamo i bachi da seta… Ogni pianta di quel giardino mi ricorda un’esperienza, una scoperta, un gioco, una relazione. Ne ho ricordi bellissimi.
Non ho memoria di favole classiche che mi siano state lette da piccola. Ricordo come fiabe i racconti di vita vera che mi sono state fatti dalla mia nonna paterna che ho amato tantissimo.

gallinaneraIl sole è scomparso dietro ad una nuvola. Improvvisamente questo bosco rado ci appare nella sua scala di grigi. I colori diventano più freddi, la ombre si ritirano sulla neve, lasciandoci un’improvvisa sensazione di bidimensionalità. E’ stupefacente come la luce riesca a disegnare di volta in volta un paesaggio differente. Come si è modificato il tuo immaginario nel tempo?

Lascio che le cose scorrano. Forse lo coglieranno gli osservatori, se ne saranno interessanti. Io non me ne curo.
Procedo con una piccola, banale, ma sincera incoscienza che mi dà la spavalderia di esprimermi, tipica dei timidi.

Ci stringiamo nei cappotti, caliamo le cuffie sulle orecchie e arrotoliamo meglio la sciarpa intorno al collo. Oltre il lago, se si è fortunati, si possono incontrare i caprioli nella piana innevata circondata dal bosco più fitto. Roberta sembra decisa ad andare. Facciamo silenzio ora, altrimenti i caprioli fuggiranno. Il silenzio e la neve, a volte non ci vuole altro per essere felici.

Ma sai che anche stamattina ne ho visti davvero tre sul prato vicino a casa?
Succede spesso qui.
Sono fortunata.

Grazie Roberta per essere stata con noi.

Grazie a te, Alessia.

Breve biografia

robertacadorinLaureata in architettura, Roberta Cadorin è nata a Belluno dove vive e lavora come illustratrice freelance.
Autrice di illustrazioni per libri, riviste su carta (Condé Nast ed Hachette) e magazine on line, è appassionata di cibo, di cui ama particolarmente disegnare e raccontare.
Ha frequentato i corsi dei maestri Roberto Totaro, Maurizio Olivotto, Javier Zabala ed Anna Castagnoli.
Su www.behance.net/robertacadorin è pubblicata una sezione del suo portfolio, cobrizoperla.blogspot.it  è il suo blog dal 2008.

Un pensiero su “Intervista a Roberta Cadorin

  1. Che bello sentire tanta poesia! mi sono imbattuta per caso in questo blog alla ricerca di case editrici a cui inviare il mio libro e non sono riuscita a trattenermi dal leggere tutti gli articoli e le interviste… a volte mi sembra di essere diversa, ma ritrovare persone simili fa bene al cuore. Nel leggere le descrizioni del giardino non ho potuto non pensare ai miei genitori, innamorati del bello e della natura in tutte le sue manifestazioni… Ricordo mio padre con le forbici immerso nel verde e tagliare minuscoli tralci come se fosse un parrucchiere desideroso di veder diventare la sua modella ancora più bella, o mia madre che cercava di farmi assaporare la bellezza della sfumatura di alcune parole, nel descrivere una cascata di glicine o un accumulo di borraccina incastonata di rugiada. Se ci penso trattengo ancora il fiato! Grazie per avermi fatto commuovere nel far affiorare questi ricordi preziosi. in bocca al lupo per tutti i prossimi progetti e interviste! Rosaida Benini

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