La porta segreta

Dana sta scodinzolando davanti ad un armadio a muro. Si è puntata sulle poderose zampe da cane Barbone e tende il muso verso la parete piena di bambole e libri.
“Meglio spostarsi – dice Judith, la figlia della signora Cristina – mia madre sta arrivando.” Da dove? Vi chiederete voi.
sotriffer-giocattoli (6)Varcando la soglia del minuscolo negozio Sotriffer, la prima cosa che ci chiediamo è come possa tanta meraviglia stare in soli 23 mq.
Accanto ad una straordinaria esperienza visiva, non vi abbandona la sensazione di aver fatto un salto nel passato. Eppure non è come assaggiare la madeleine di Proust, perché anche volendo non ce lo possiamo ricordare un negozio di giocattoli così, credo di non sbagliarmi dicendo che la maggior parte di noi non ci è mai entrata, nemmeno da piccoli. Non è il profumo di legno o di polvere magica che ci solletica la mente e fa affiorare un lontano ricordo; piuttosto stiamo facendo un tuffo in una memoria collettiva che ci ha tramandato attraverso fiabe e leggende l’idea che esista, o sia esistito, in un tempo sospeso e distante un meraviglioso negozio di giocattoli. Di un simile luogo noi, bambini di fine secolo o del nuovo millennio, conserviamo un’idea archetipica. Raramente abbiamo l’occasione di imbatterci nella sensazione di essere al cospetto di qualcosa di mitico, ma entrando nella bottega di Sotriffer ci troviamo nel negozio di giocattoli della nostra immaginazione alla presenza di una sorprendente giocattolaia.

 

sotriffer-giocattoli (1)La parete delle bambole si scosta lentamente rivelando un po’ alla volta il suo spessore di vecchia libreria. La signora Cristina Sotriffer appare senza clamore, anzi così delicatamente che pare giunta da chissà dove.
– Hallo! – saluta sorridente con accento ladino, mentre si accerta che nessun bambino sia stato travolto dalla porta segreta che da sola si richiude alle sue spalle.
Dana ora scodinzola più vigorosamente. La signora Cristina le comanda di sedersi. Dana si siede educatamente. Le viene messo un biscottino sul naso. Resta immobile; a nuovo comando, con una mossa degna del più rispettabile circo d’animali, Dana lancia il biscotto per aria afferrandolo al volo e inghiottendolo con evidente soddisfazione. I bambini presenti in negozio sospendono la loro esplorazione dei giocattoli e applaudono estasiati. Dana si esibisce ancora in qualche numero ingurgitando un altro paio di biscottini, poi soddisfatta lascia la bottega al guinzaglio di Judith che saluta tutti i presenti ed esce sul corso principale di Ortisei.

 

sotriffer-giocattoli (7)C’è posto per tutto in questa piccola bottega altoatesina perché essere giocattolai non significa solo vendere balocchi per bambini, ma offrire un luogo dove possa trovare spazio la meraviglia, la semplicità e l’incanto. Queste sono tutte qualità legate al mondo della magia e sicuramente la signora Cristina Niederwieser Sotriffer è una maga. Te ne accorgi subito: le sue mani si muovono veloci sulle mensole piene di oggetti e non fanno mai cadere nulla, nemmeno la statuina più leggera; la sua voce è pacata e levigata e le sue parole sempre distese e pulite come se stesse recitando una formula magica. Quando la signora Cristina ti fa vedere il meccanismo di un giocattolo, tu non hai dubbi: lei ci sta giocando davvero. Non puoi uscire dalla bottega Sotriffer senza aver giocato almeno un po’, la signora Cristina non lo permetterebbe. L’infinita disponibilità e gentilezza della padrona di casa alimenta la sensazione che in questo piccolo luogo abiti uno spirito buono e vecchio di secoli, la cui energia ti attrae fin dalla strada.
sotriffer-ortiseiE dire che Via Rezia, dove si trova il negozio della signora Cristina, è il corso principale del centro di Ortisei, affollato di boutique attraenti e ben tenute; tuttavia non c’è passante, adulto o bambino che sia, che non si fermi per alcuni minuti davanti alle vetrine di Sotriffer, per poi inesorabilmente entrare in bottega.
Una volta varcata la soglia il tempo rallenta il suo corso e solo una volta uscito dal negozio ti accorgi che hai trascorso quasi un’ora a giocare, guardare, parlare. Una vero e proprio incantesimo.

 

Sarà che le vetrine di Sotriffer sono davvero speciali, con quella cornice di legno scuro di cembro che ad annusarlo profuma ancora di bosco; sarà che queste vetrine hanno davvero una lunga storia, eppure il fascino di Sotriffer capisci subito che viene da molto lontano. Si legge nel libro “Storie di commercianti” di Paola Marcello:

sotriffer-ortisei-2“Nel 1890 l’agricoltore Johann Baptiste Sotriffer fece costruire la casa Pedetliva nuova vicino a Via Rezia. Lì, nel 1922, il figlio Anton, intagliatore conosciuto ed apprezzato, aprì il suo negozio. Insieme alla moglie Notberga Demetz riuscì a gestire con successo sia il “Commercio di giocattoli, di commestibili, merceria e coloniali” sia la propria azienda di intaglio.[…] Negli anni sessanta Anton affidò il negozio al figlio, lo scultore Guido Sotriffer ed alla nuora Cristina, che dopo la morte prematura del marito, continua a gestire la bottega con grande cura.”

La signora Cristina mi ha raccontato che fu lei a chiedere al marito di poter seguire in modo più approfondito il commercio dei giocattoli quando, da fidanzata, aveva visto il suo fienile pieno di bellissimi manufatti in legno quasi in stato di abbandono. Per la sua straordinaria competenza in questo campo la signora Cristina collabora con il Museo del Giocattolo di Norimberga e in virtù della sua grande generosità, ha donato la sua vasta e ineguagliabile collezione al Museo Ladino a San Martino in Badia. Sua figlia Judith Canins, padrona di Dana, ha proseguito sulla strada del padre ed è diventata lei stessa un’abilissima intagliatrice, riproducendo i meravigliosi giocattoli tradizionali della Val Gardena che riscontrano un grande successo anche a livello internazionale.

 

sotriffer-giocattoli (9)La generosità della signora Cristina è ormai proverbiale non solo per la passione con cui invita i bambini a giocare, ma anche per la gentilezza con la quale si ferma a parlare dei meccanismi di gioco, dei vecchi amici giocattolai che ormai non ci sono più e per mostrarti con infinita grazia come funziona un giocattolo.
Radice-Labirinto ha imparato molto dalle sue mani gentili e sapienti, dalle sue parole, dal suo modo di relazionarsi al cliente, capace di rimanere coerente con i propri ideali senza mai apparire distaccata. Ci piacerebbe che le vetrine della nostra libreria fossero, a guardarle in controluce, come quelle del negozio Sotriffer: piene d’ impronte di mani e di nasi stampate sul vetro.
Se restate per qualche minuto ad osservare i bambini che si affollano davanti alla bottega della signora Cristina potrete capire quanta immaginazione e bellezza si possa nascondere dietro ad un giocattolo ben fatto; ogni bambino spinge per vedere meglio, si allunga con corpo e braccia quasi a voler superare la superficie liscia del vetro per ritrovarsi nel mondo oltre lo specchio.

 

sotriffer-giocattoli (11)Negli ultimi anni la signora Cristina è aiutata, nella conduzione del negozio, dalla figlia Michela che con la stessa passione e competenza sostiene il futuro di questa lunga tradizione. Con Michela potrete parlare di pedagogia e di cultura per l’infanzia perché la sua formazione è quella di maestra appassionata e competente.
Nonostante gli anni di amicizia con la signora Sotriffer, ci rimane ancora un mistero da svelare: dove conduce la porta segreta che la signora Cristina varca puntualmente, per poi riapparire carica di affascinanti scatole?
Se vogliamo essere puntuali e realisti possiamo pensare ad un immenso magazzino, almeno tre volte più grande del negozio, stipato di meraviglie. Ma è certamente un luogo lontano perché Dana non si mette subito a scodinzolare quando la signora Cristina sparisce dietro la porta; sotriffer-giocattoli (12)Dana per qualche minuto non la percepisce più per poi improvvisamente mettersi in allerta e aspettare che riappaia, come se stesse per compiere il passo magico dal mondo di sotto. Il posto da cui nuovamente giunge deve essere davvero speciale perché a volte la signora Cristina riporta in superficie giocattoli d’altri tempi, dai colori e dalla fattura magnifici. Lei dice di mostrarli solo ai veri intenditori, agli occhi pieni di stupore di chi sa apprezzare l’arte dell’intaglio e la particolare energia del legno.
Noi ci riteniamo fortunati ad averla incontrata sul nostro cammino e speriamo che la sua porta segreta possa continuare a schiudersi per noi, e per voi, per molti anni a venire.

 

3 pensieri su “La porta segreta

  1. ci siamo incontrate perché entrambe stregate dalle miniature tedesche.poi abbiamo trovato tanti punti in comune. Ora ,sapere che ad Ortisei non c’è più mi mette una infinita tristezza.
    buon viaggio, cara lassù troverai tanti amici e tanti giocattoli preziosi

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