Libro-Fuoco

Vorrei dedicare questo articolo a tutti i genitori e a tutte le maestre che hanno voglia di provare a cambiare un rapporto tendenzialmente disastroso tra il libro e i loro bambini. Vorrei trattare questo tema usando metafore ironiche per sdrammatizzare un problema risolvibile applicando qualche regola irremovibile.
Vorrei darvi qualche consiglio basandomi su un problema che frequentemente incontro in molte famiglie che entrano in libreria e nelle scuole dove svolgo le formazioni.
Il pensiero che esprimerò nasce dalla mia esperienza concreta di ex maestra di scuola dell’infanzia e di nido e di mamma di un bambino di quasi tre anni, maschio.

I bambini strappano i libri.

Illustrazione di Pawel Kuczynski
Illustrazione di Pawel Kuczynski

Per questo motivo molte maestre e molti genitori entrano in libreria per comprare libri cartonati, sebbene i loro bambini abbiano più di due anni compiuti.
Sul libro cartonato mi piacerebbe dedicare un articolo a parte. In questa sede mi limito a dire che spesso il libro cartonato (ci sono ovviamente delle eccezioni) contiene storie adatte a bambini di pochi mesi fino a bambini di massimo due anni. Dai due anni in poi si ha bisogno, a mio avviso, di storie più complesse, di albi illustrati e di libri illustrati.
Purtroppo di fronte all’asserzione fatale “Ma il mio bambino li strappa tutti” spesso come librai ci troviamo disarmati, perché obbiettare ad una simile affermazione vorrebbe dire entrare nell’ambito privato, indagare l’educazione che ciascuno impartisce nella propria famiglia o nella propria aula.
Tuttavia qui, in una delle stanze del nostro labirinto, siamo in un ambiente neutrale. La scrittura è di per sé un mezzo potente e tutt’altro che impersonale, ma ci permette di esprimere con maggiore libertà il nostro pensiero.

Se i bambini strappano i libri bisogna sgridarli. E’ semplice.

Illustrazione di Rådhusets Julkalender
Illustrazione di Rådhusets Julkalender

– Fosse così semplice! – dite voi – Ma io lo faccio! Eppure lui continua a strappare e a lanciare i libri.
Non avete sgridato i vostri bambini abbastanza, o lo avete fatto poco duramente o con un angolino delle labbra che si alzava in un mezzo sorrisetto.
Cosa fareste se il vostro bambino provasse a mettere la manina sulla fiamma dei fornelli?
Sono certa che con il cuore in gola gli urlereste che No! Non si fa! Che non ci deve provare mai più!
Poi, a pericolo scampato, gli spieghereste con più tranquillità che il fuoco è molto pericoloso e che ci si può fare molto male.
Sono certa che mentre dicevate i vostri “no” concitati, neanche un mezzo sorriso si sia affacciato sul vostro volto. La vostra severità era tangibile, irremovibile, perché credevate fermamente in quello che stavate dicendo.
Con il libro dovrebbe essere lo stesso.
E’ chiaro che un libro strappato non farà male alla mano del vostro bambino come la fiamma del fornello, ma se per voi l’oggetto libro è prezioso e va tenuto con cura, sarà vostro compito far passare questo messaggio con un deciso e pronto “no”.
Non c’è nulla di più efficace di un genitore o di una maestra che credono in quello che dicono. Che il fuoco bruci ci credete, eccome! Non vi sono dubbi.
Ma che il libro per bambini sia un bene prezioso ci credete veramente?
Se crederete al valore del libro, il messaggio che farete passare sarà così forte e chiaro che basteranno uno o due rimproveri.
Attenzione però: come per tutte le cose importanti dovrete essere fermi, costanti, irremovibili e credibili.
Forse qualche libro ne uscirà con un cerottino, ma sarà il male di una piccola sfida finita a vostro favore.

Con questa semplice regola, portavo i bambini del nido in cui insegnavo (13 bambini dai 15 mesi ai tre anni) a prendere i libri in prestito in biblioteca. Mai un libro è stato danneggiato.

Pare che oggi la severità sia fuori moda, o comunque un concetto messo fortemente in discussione da una libertà applicata all’infanzia che lascia, a mio parere, molti dubbi. I bambini hanno bisogno dei nostri no, essi formano i confini precisi entro i quali provare la propria forza, il proprio coraggio e la propria frustrazione, uno stato d’animo fondamentale per alimentare un’immaginazione positiva.

Un’altra questione importante: la credibilità

Illustrazione di Ryo Takemasa
Illustrazione di Ryo Takemasa

C’è un’altra questione importante che va di pari passo con il concetto della severità e che contribuisce a rendere l’oggetto libro un bene prezioso da rispettare: la credibilità.
In molte case, ma soprattutto in molte scuole esistono libri-fuoco e libri-pestami-strappami-buttami. Ci avete mai fatto caso?
I libri “belli” se ne stanno beati ( e tristi) sopra le mensole più alte, o peggio, rinchiusi dentro a degli armadietti blindati.
In mezzo al salone invece o nelle librerie delle aule troviamo i libri brutti (i libri pestami-strappami-buttami) che godono di una libertà incondizionata. Perennemente in libera uscita, portano i segni delle continue battaglie che devono affrontare: cinquanta giri di scotch, pagine mancanti, tatuaggi a pennarello e bordi smangiucchiati. E pensare che sono cartonati!
Che messaggio stiamo mandando ai nostri bambini?
Che i libri belli sono preziosi (quei libri-fuoco che possiamo tenere in mano solo noi e che leggiamo davanti ad una platea a bocca aperta che si spintona per vedere meglio), mentre i libri brutti…beh, con quelli potete farci quello che volete.
Ma siamo sicuri che un bambino del nido riesca a distinguere un libro da un altro? Non gli verrà un po’ di confusione in testa? Questo sì, questo no… no aspetta.. questo no e questo sì. Beh, nel dubbio li mordicchio tutti e due e provo a lanciarli per vedere quale vola meglio.

E’ importantissimo che il rispetto per l’oggetto libro sia uno, e se abbiamo dei libri brutti, di quelli pestami-strappami-buttami possiamo anche decidere una buona volta di mandarne qualcuno in pensione o al macero.
Ricordatevi che i libri sulle mensole soffrono terribilmente di solitudine e che un libro a scuola e a casa ha sempre due anime che vanno entrambe rispettate: quella della lettura condivisa e quella della lettura privata.
Specialmente a scuola, dove il libro viene letto e raccontato collettivamente ( a classe riunita o a piccolo gruppo), è necessario offrire al bambino la possibilità irrinunciabile di una lettura privata, intima e solitaria.
Il bambino ha il diritto di riprendere in mano, quando vuole e in tranquillità, quel libro-fuoco tanto bello che ha sentito leggere ad alta voce dalla maestra.

Non dovete esporre tutti i libri che avete in una volta sola.

Illustrazione di Renata Liwska
Illustrazione di Renata Liwska

A casa come in una classe di 25 bambini, ne bastano 7/8 alla volta. Costruite librerie leggere, basta una mensolina sottile, dove il libro può essere esposto di copertina.
Create un angolo bello, accogliente dove i bambini possano trovare la quiete di una luce calda di una lampada o quella ricca di sfumature di una finestra. Mettete un piccolo divano, un tappeto, una zanzariera nella quale rifugiarsi. Non mettete specchi, né pupazzi, né tavolini, questo non è un angolo di gioco né di lavoro, è il posto delle storie, del silenzio e dei segreti. Lo specchio è il libro-fuoco e lui che ci rimanda un’immagine di noi attraverso la storia che racconta, è lui la tana del bianconiglio, il caldo che ci pervade al cospetto di una bella illustrazione.
Il fuoco è prezioso, scalda, illumina e la sua fiamma getta meraviglia e magia.

I libri potranno ruotare, uno alla volta.
Fidatevi: se seguite queste semplici regole non dovrete più mettere cerotti ai vostri libri e non dovrete comprare per forza solo cartonati. Potrete far scendere i libri dalle mensole per ridarli finalmente ai vostri bambini. Certo, anche i libri-fuoco si consumeranno, come la fiamma consuma la pietra del forno o tempra l’acciaio del fornello della cucina: le pagine si ammorbidiscono, gli angoli si usurano e sui libri preferiti un cerotto andrà prima o poi applicato, ma quello sarà un gesto d’amore che racconterà di quel libro un’altra storia.

I bambini dopo i 16 mesi sono in grado di coordinare il polso e la mano per girare la pagina e vivendo in una scuola o in una casa dove gli amici o i fratelli più grandi maneggiano i libri con cura, impareranno ancora prima a rispettare un oggetto che appare per tutti, senza ombra di dubbio, così prezioso e importante.
Per i bambini sotto i 16 mesi possiamo allestire apposite librerie con libri cartonati di qualità senza dimenticarci che ascoltare una bella storia piace ai bambini fin dalla vita intrauterina.

8 pensieri su “Libro-Fuoco

  1. Grazie davvero per questa riflessione, avremmo tutti bisogno di leggerla. Sono mamma di tre figli dai9mesi ai 4 anni e maestra e soprattutto sono amante dei libri e della lettura. Mi rilassa molto leggere ai miei figli e cerco di trasmettere loro la bellezza che vedo appena apro un libro. Queste spiegazioni mi aiutano molto ad avere argomenti di difesa dei libri nel confronto con altri genitori.

  2. Grazie Alessia, sono d’accordo con te su queste piccole regole fondamentali, che ci possono aiutare a trasmettere ai nostri bambini il rispetto e cura verso un oggetto che ci dona tutte le sue meraviglie. Vorrei anche aggiungere un mio piccolo contributo come genitore, se questo può essere utile a qualcuno. E’ successo, succede, che i bambini, soprattutto da piccolini, rompano o scrivano i libri. Per me questo era un fatto veramente doloroso. Davvero. Davanti alla pagina strappata o alla pagina scritta io sentivo un autentico dolore. Come per tutte le occasioni in cui uno dei miei bambini fa un torto, gli ho invitati ad accompagnarmi a ripararlo. Premurosamente mi hanno sempre aiutato con attenzione a riparare il danno. Io taglio lo scotch, tu lo metti qui, cerchiamo di cancellare queste scritte con la gomma, ecc. Mentre il libro veniva aggiustato insieme, io cercavo di dimostrarle l’affetto e riconoscenza che dobbiamo ai libri, oggetti preziosi che ci accompagneranno per tutta la vita. Devo dire che anche queste azioni “riconciliatorie” se vogliamo chiamarle così, hanno contribuito a farli comprendere il valore di questi oggetti e a trattarli con maggiore cura le prossime volte. Forse ne hanno rotti due o tre libri. Non di più. Un forte abbraccio e grazie per i tuoi bellissimi consigli!.

  3. Per me il libro è comunque un oggetto e il bambino una persona. Banale, vero? Però mi porta a dire NO se si avvicina al forno acceso, perché so che si farà male, ma non oltre la spiegazione che un libro strappato non sempre si può aggiustare. Eppure, dai due anni non ci sono state più molte vittime, e abbiamo tanti libri a disposizione. Viviamo con l’idea che i bambini abbiano bisogno di confini, limiti, no decisi, eppure la maggior parte dei genitori dà limiti, confini, no continui. E allora? Io preferisco il libro-dolce, legato alla festa, alla condivisione, all’affitto, e se si sciupa, pazienza, magari non sarà più bello o addirittura non si potrà più leggere e dispiacerà molto, ma comunque si impara qualcosa. Dal libro – fuoco invece secondo me si impara a stare lontani, non subito certo, ma dall’età del distacco dalla famiglia. Parto da qui per rispondere anche ad un post sui dilemmi del libraio

    1. Gentile Alessia,
      nulla può essere definito banale se vibra in noi con la forza della verità. E’ giusto che ognuno si approcci al libro come meglio crede e dal tuo commento deduco che il tuo atteggiamento nei riguardi del libro derivi da un ragionamento e da una riflessione, ed è questo che alla fine conta davvero. Molti genitori e molte maestre incontrati durante le formazioni non hanno mai avviato una discussione intorno al libro strappato; non tanto per incapacità, ma perché l’oggetto libro è spesso associato al giocattolo o è uno strumento considerato di poco valore. Libro-fuoco vuole essere una provocazione e un punto di partenza per avviare nuove riflessioni. Quello che mi preme è che al libro sia data una voce. Una volta fatto questo non importa se a casa tua, così come a casa mia, qualche libro riporta cerottini e ferite di guerra; quello che conta è il messaggio che noi mandiamo con il nostro atteggiamento. Se per te il libro che riporta nella morbidezza della carta a lungo sfogliata e nello strappo fatto inconapevolmente, il suo vissuto d’amore, allora stiamo parlando della stessa cosa.
      Per finire: il libro rimane un oggetto. Il libro è un mezzo che, per quanto mi riguarda, potrebbe essere anche sostuito da altro (chiaramente come libraia ha per me un valore immenso nella vita di un bambino, ma non credo ci sia bisogno di dirlo); ma come tutti gli strumenti se si decide di usarlo, deve essere utilizzato correttamente: lo strappo mai censurato, la confusione di senso tra libro e giocattolo, il bistrattamento di certi libri e la protezione esasperata di altri, non sono buoni modi per usare lo strumento libro. L’articolo libro-fuoco voleva porre l’accento su queste cattive pratiche.

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