Nei guai – Albo illustrato

E’ Stuck il titolo in inglese dell’albo scritto e illustrato da Oliver Jeffers che quest’anno vince il premio Orbil nelle categoria due/cinque anni, riconoscimento che le librerie indipendenti ragazzi assegnano ai migliori libri per bambini usciti nel 2012.

Attaccato, inceppato, confuso, bloccato, imbarazzato…
In effetti, se dopo aver letto la storia tutta d’un fiato (e non si potrebbe fare altrimenti) ci venisse chiesto di trovare una traduzione al vocabolo inglese Stuck ci accorgeremmo che i sinonimi appena elencati risulterebbero tutti adeguati.

attaccatocon la super colla, si potrebbe pensare, l’aquilone di Leo finito impigliato tra i rami di un albero e ben deciso a rimanervi saldamente ancorato;
inceppato… lo strano “meccanismo” che Leo escogita per liberare il suo aquilone, pare non si vada da nessuna parte.
confuso… il nostro protagonista , sull’uso della piccola sega che appare quasi alla fine del libro e sulla quale, ogni attento lettore, punterebbe tutto per salvare la situazione;
bloccato… il gatto, il lavello della cucina, il gorilla, il camion e il suo rimorchio… tutti stretti gli uni agli altri sulla cima dell’albero;
imbarazzato… il povero pompiere che a notte fonda si trova sulla cima di un albero a corto di idee.

Insomma direi proprio che la traduzione migliore sia… Nei Guai!

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Un poster firmato Oliver Jeffers

E’ così infatti che la casa editrice Il Castoro (ora il libro è edito da Zoo libri) ha infine deciso di intitolare questo divertente albo illustrato dell’artista di origini irlandesi, ora trapiantato a New York, che continua a sfornare libri per bambini di grande successo.

La trama è semplice e ripropone, in chiave moderna, il motivo della fiaba concatenata. Il meccanismo della fiaba concatenata è a sua volta mutuato dalla filastrocca dalla quale prende a prestito il movimento ritmico che si fa via via più veloce mano a mano che ci si avvicina al climax. Ne è un classico esempio la canzone di Branduardi “Alla fiera dell’est” o la fiaba di Pierino che non vuole andare nell’orto a raccogliere il cavolo per il papà che sta male. La mamma allora dice alla scopa di picchiare Pierino, ma poiché nemmeno la scopa vuole compiere il suo dovere, la mamma ordina al fuoco di bruciarla e così via fino a che l’ultimo oggetto della lista non decide di assolvere al compito assegnatogli, diventando la chiave di volta della storia, ribaltando il meccanismo della catena da negativo a positivo e inducendo finalmente Pierino a raccogliere il cavolo per il padre malato.

Solitamente poi tali fiabe e filastrocche trovano il loro climax poco prima che l’ultimo oggetto decida di collaborare: in quel momento di pausa, in quella breve sosta prima della discesa, come sulle montagne russe, si gioca tutta la tensione narrativa.

 

Illustrazione di Oliver Jeffers
Illustrazione di Oliver Jeffers

Anche Jeffers, che è un sapiente scrittore per l’infanzia, utilizza questo espediente, creando tuttavia un ulteriore salto, un non-sense astuto che ci fa trattenere il fiato ancora per qualche secondo.

La piccola sega che appare quasi in ultima pagina, dopo un elenco sempre più comico e delirante di oggetti lanciati sull’albero per recuperare l’aquilone, non risolverà la situazione, come ci si aspetta che sia, almeno non subito.

Anche la sega viene infatti lanciata sull’albero (generando grande ilarità nei bambini); ma quando tutto appare perduto e sembra che nulla potrà cambiare le cose, l’inaspettato si palesa. Sarà infatti la sega la goccia che fa traboccare il vaso, l’oggetto finalmente collaborativo: la chioma non potendo più reggere nemmeno l’ingombro di un moscerino, lascia cadere sul prato proprio l’aquilone di Leo.

A questo punto, nella migliore tradizione fiabesca, tutti gli altri oggetti intrappolati dovrebbero precipitare giù dall’albero, ma, ancora una volta, Jeffers ci sorprende e attraverso il viso di Leo ci ammicca dalle pagine.

Illustrazione di Oliver Jeffers
Illustrazione di Oliver Jeffers

La chioma ha ritrovato il suo caotico equilibrio, la sua stupefacente entropia. Tutti rimangono bloccati sull’albero, mentre Leo, come tutti i bambini intraprendenti e ingegnosi che si rispettino, raggiunto il suo scopo, se ne ritorna a casa felice con il suo aquilone, dimenticandosi in buona fede di tutti gli altri.

Ecco allora che la catena è monca, un “non finito” che prelude ad un nuovo inizio, proprio come si addice alla filastrocca per eccellenza, il girotondo: casca il mondo, casca la terra… come torneranno giù per terra?

Per fortuna qualcuno, nel cuore della notte, ha un’idea! Ma chi potrà sapere quale sia? Probabilmente il vostro bambino potrebbe suggerirvelo…

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