Un’intervista a Daniela Iride Murgia

E’ una mattina di gennaio. Questa notte è scesa la galaverna e ora il giardino è un ricamo perfetto di foglie, rami e fili d’erba. Benvenuta Daniela Iride Murgia, siamo molto lieti di poterti ospitare in questa atmosfera fragile e sospesa. Il giardino pare fatto di piccoli ritagli: qui una bacca, là i mazzolini rossi del corbezzolo. I cristalli di ghiaccio rivelano il disegno di infiorescenze e racemi, ogni arbusto è un collage minuzioso. Le foglie e i frutti paiono legati da un filo di colla invisibile, che svela di ogni pianta le differenze di forma e materia da cui è composta; diresti che gli alberi , i fiori, sono un tutt’uno, ma il ghiaccio rivela geometrie e pigmenti diversi, si rapprende o disegna contorni inaspettati. Ciò che ti sembrava unito, è diviso, ciò che era piatto e omogeneo nasconde ombre e spessori. La stessa impressione di stupore l’ho avuta la prima volta che ho osservato le tue tavole da vicino: un’insieme variopinto di carte e materiali, una fragilità estrema in sorprendente equilibrio con la forza delle immagini che riesci a creare. Cosa significa per te unire insieme elementi diversi?

Che belle le tue suggestioni Alessia, cosa potrei aggiungere? Vedere le mie opere attraverso gli occhi degli altri mi ricorda che l’opera, una volta deposta, si schiude agli altri e vive di bagliori e penombre proprie, esattamente come un figlio. Unire parti diverse fra loro, cucire, assemblare il diverso, inteso come ciò che devia, come ciò che deraglia dal binario della consuetudine, sono i gesti che mi riprometto quando provo a traslare un’idea su un foglio di carta.

murgia-4Il giardino ha un fremito: tra i cespugli di rosa canina si aggira una volpe rossa. Riesci a vederla? La sua coda fulva evita con eleganza i rami spinosi e in attimo sparisce nel fitto dell’ombra. E’ bastato questo piccolo movimento per dare profondità al giardino ricoperto di galaverna, immobile e abbagliante come una lastra di vetro. Le tue illustrazioni, cara Iride, sono così: ti abbagliano nella loro sobrietà eppure nascondono dei segreti. Per tutto gennaio Radice-Labirinto ospiterà cinque delle dieci tavole tratte dall’albo “A ritrovar le storie” edito da Edizioni Corsare, con i testi di Monica Morini e Annamaria Gozzi. Osservandole attentamente si percepisce in loro una sorte di malinconia astratta. Le diresti quasi dei tarocchi tanto sono penetranti nella loro semplicità e nella loro strana atmosfera rarefatta. Quanto pensiero traspare dietro ad una tua illustrazione! Si potrebbero definire tavole intellettuali. Come conciliare le idee con il segno? Come scegliere cosa omettere e cosa aggiungere, a livello grafico, dal tuo pensiero?

Con il passare degli anni il segno e le idee smettono di litigare, a volte uno zoppica le altre sono cieche, capiscono che è meglio percorrere il cammino congiuntamente senza spintonarsi, senza perdere energia, si sorreggono a vicenda, e quando sono una cosa sola, alleggerite, possono correre verso lo scopo finale che è quello di una narrazione con un senso.

murgia-5La grande quercia che sovrasta questa conca erbosa circondata da rose selvatiche e corbezzoli, è oggi un gigante silente intrappolato in un incantesimo; quasi sparisce contro il bianco del cielo. Ciò che sta in basso, in una giornata bianca e magica come questa è più rilevante di ciò che sta in alto. Nell’albo “A ritrovar le storie” sono le parole a dare vita alla memoria, sono gli oggetti più umili a rianimare una città vittima di un sortilegio simile a quello che la Regina delle nevi scaglia sul piccolo Kay nella fiaba di Christian Andersen: dimenticare per allontanarsi per sempre da ciò che più amiamo o abbiamo amato. Anche il giardino pare sotto l’incantesimo del gelo, eppure i cinorridi della rosa canina ci ricordano l’autunno dorato appena trascorso e ci rammentano che a casa, dentro al buio della dispensa, è stato riposto un
barattolo della loro deliziosa marmellata. Un caldo tepore allora ci attraversa e noi sappiamo che questa immobilità è solo momentanea. Quali ricordi entrano a far parte del tuo lavoro di artista e di illustratrice? Cosa sostiene il tuo immaginario? Puoi condividere con noi un ricordo che ti è caro e che riguarda la tua infanzia?

Nel mio giardino di infanzia c’era molto spazio per gli sbadigli e la noia era una regina baciata dal sole. Ricordo costellazioni di mandarini e limoni dolci, ricordo di aver cucinato dentro pentolini miscugli di terra, latte, succo appena strizzato dal frutto e questa crosta primordiale la offrivo orgogliosa come fosse una leccornia agli amici veri o immaginari. Forse anche la mia illustrazione di oggi è un rimestare primordiale, e sono grata a chi è capace di comprendere questi strati di crosta.

murgia-1Ci sediamo su una panchina di pietra, accanto alle graminacee splendenti di brina. Stendiamo una coperta di lana sulle gambe e iniziamo a immaginare volti nella corteccia del platano che si erge appena fuori dal cerchio d’erba. Il gelo rende il gioco ancora più semplice, sottolineando i contorni, levigando la superficie; ecco apparire una vecchia, un uomo con il bastone, un cane, una sposa in fuga. I volti raccontano sempre una storia. Nelle tue illustrazioni, le persone e gli animali hanno molta importanza: bambini, vecchi, funamboli, cani, oche, pettirossi e giovani donne compaiono quasi in ogni pagina. Il tuo immaginario sembra brulicare di ricordi e di volti conosciuti. Quanta parte ha la realtà e quanta l’immaginazione nel tuo lavoro? Si attinge da ciò che si conosce per elaborarlo e rendergli omaggio o ciò che si conosce spinge l’occhio a voler varcare i confini del consueto e dell’ovvio?

Soprattutto si ricorda di aver osservato e si valicano i passi per cercare di unire il consueto all’eccezionalità, in cerca di una piccola ma sicura vertigine da condividere con gli altri.

murgia-3E ora un ultima domanda di rito che poniamo a tutti i nostri ospiti: c’è un posto che prediligi in un giardino? Noi ti abbiamo accolto nel silenzio di una conca ricamata dalla galaverna, o meglio, il giardino ha scelto per te questo luogo d’incanto, spero ti piaccia stare qui.

Mi piace moltissimo questa galaverna, questa conca, questo ricamo, vorrei che ci fosse un albero di mandarini dentro questa conca, ma mi accorgo che la galaverna lo annienterebbe con il suo cristallino abbraccio, non si può avere tutto dalla vita, restiamo ancora un po’ qua, insieme.

murgia-6Daniela Iride Murgia, lascia ciondolare i piedi fuori dalla coperta di lana. Le ho appoggiato una tisana calda sul tavolino di pietra. Accanto alla tazza fumante ci sono delle piccole foglie glassate dal gelo, mentre i semi del platano si sono arrotolati su loro stessi come i trucioli delle matite temperate. Una noce portata da qualche roditore ha lasciato la sua polvere nera sul bianco della pietra. Penso che Iride abbia tutto ciò che le serve per improvvisare un piccolo capolavoro che il sole scioglierà. Ha già afferrato la noce…

Grazie per essere stata con noi Daniela iride, spero di incontrarti ancora nel nostro giardino.

Biografia

Daniela Iride Murgia, è artista, autrice di immagini e di testi, laureata in arte orientale, ha conseguito un Master in illustrazione.

Collabora o ha collaborato con la Domenica de il Sole 24 Ore, Telecom, DADA, l’Espresso, Artebambini, Ventiquattro Magazine de Il Sole 24 Ore, Art’è Ragazzi, FCE Fondo De Cultura Económica (Mexico), Editora Pulo do gato, Pequena Zahar, Edizioni Corsare.

– Selezionata a ILLUSTRARTE 2012, Lisbona.
– Finalista al V Compostela International Prize for Picture Books, Spagna.
– Premio per il migliore picture-book A la Orilla del Viento 2012, Fondo De Cultura Económica, Mexico.
– Premio Caniem, assegnato dalla National Chamber of the Mexican Editorial Industry2013.
– Selezionata a Illustrarte 2014, Lisbona.

Daniela Iride Murgia ha fondato, insieme con Troels Bruun, l’M+B studio che nell’arco di 14 anni ha prodotto, progettato e curato diverse mostre in collaborazione con artisti e architetti di fama internazionale presso la Biennale di Venezia, tra i vari committenti e artisti: Bruce Mau, Jason Rhoades, Gerard Bryrne, Olafur Eliasson, Elmgren & Dragset, Mark Lewis, Ming Wong.

Realizza i propri lavori attraverso tecniche quasi prettamente manuali. L’insieme degli elaborati è costituito da parti disegnate a china e poi assemblate, utilizza anche il collage, l’acquarello, la cucitura, il paper cutting, il pastello.

www.danielairidemurgia.com

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