Questo consiglio di lettura è apparso nella newsletter di febbraio 2018
“Non succede granchè
nella vita di un orsoSpesso Bjorn non fa niente.
Ma non si annoia mai.”
Bjorn è un orso alquanto ordinario, vive in un bosco insieme agli amici (la donnola, il gufo, la cincia, il gufo, lo scoiattolo, il tasso e la lepre) e conduce una vita semplice e sobria. Eppure la quotidianità di Bjorn è così lieve, che i piccoli avvenimenti raccontati nel libro, rendono la sua vita davvero molto desiderabile, specie agli occhi di un bambino, il quale sa che il susseguirsi monotono dei giorni è quasi sempre straordinario: anche quando sembra non accadere nulla, il niente è pieno tesori, mentre l’inaspettato per essere speciale deve trovare il suo posto nel ciclo naturale delle cose quotidiane.
La semplicità è un’arte sopraffina e incontrarla in un libro per bambini è fonte di gioia.
La semplicità non è semplificazione, così come la complessità non è complicazione. Eppure semplicità e complessità in un buon libro sono spesso i lati di una stessa medaglia: sì perché quando la storia si snoda leggera e le parole corrono sul foglio e le illustrazioni fanno eco al testo, percepiamo di sottofondo che esiste qualcosa d’altro tra le righe, qualcosa che spalanca il pensiero e apre nuove possibilità all’immaginazione.
Ecco: a quel punto siamo davanti ad una semplicità talentuosa, capace di nascondere altre storie nelle storie, di amplificare la fantasia del lettore quasi all’infinito.
Calvino diceva che “i classici sono quei libri che non finiscono mai di dirci qualcosa”.
Ora, non so se Bjorn diventerà un classico – solo il tempo potrà dirlo – ma di certo rivela una familiarità con certi libri che da anni – o da qualche anno – fanno già parte degli scaffali d’infanzia: in primis Winnie-the-Pooh di A.A. Milne (del 1926) e a seguire i più recenti Lettere di scoiattolo a formica di Toon Tellgen (Feltrinelli 2001, finalmente ristampato) , Lester e Bob di Ole Könnecke (Beisler, 2015) e Luigi di Catharina Valckx e Nicolas Hubesch (Babalibri, 2016).