Si sale fino alle vette più alte dell’illustrazione con David Wiesner. Un albo senza parole che stavamo aspettando e che ci porta pagina dopo pagina, sequenza dopo sequenza, dentro l’immaginazione di un bambino. E la fantasia per Wiesner è sempre creatrice, capace cioè di modellare la rappresentazione della realtà: per questo sono certa che dopo aver letto e riletto questo albo, le nuvole vi sembreranno più belle e vicine che mai.

Se le illustrazioni sono un codice narrativo e se quest’ultimo può essere declinato in diversi stili, allora possiamo dire che gli albi senza parole non sono tutti uguali e potremmo provare ad iscriverli in piccole e malleabili categorie a seconda della loro modalità narrativa, ricordandoci di salvaguardare, come succede per la scrittura, l’unicità di ciascun’opera.

Non amo solitamente definire i libri secondo parametri precisi, non ho mai tratto giovamento, come libraia, dalle classificazioni (penso, per esempio, ai parametri con cui una storia viene affidata ad una certa fascia d’età); in questo caso tuttavia, mi piacerebbe trovare, insieme al lettore, una chiave di lettura per un genere di albo che all’adulto risulta quasi sempre ostico, nella speranza che, individuando stili e modalità di lettura, lo stesso lettore possa sentirsi più a suo agio nell’incontro con un silent book.

Nell’editoria straniera e italiana oggi si possono trovare molti più libri senza parole rispetto al passato. Non tutti sono a mio parere albi riusciti, e del resto non mi sarebbe nemmeno possibile elencarli uno per uno in questa sede. Per questo ho deciso di indicarvi per ciascuna delle tre categorie da me individuate, dove ho collocato questo albo significativo di David Wiesner ora disponibile anche in Italia grazie alla casa editrice Orecchio Acerbo.

Queste categorie, ci tengo a sottolinearlo, sono una mia invenzione e vi invito a mantenere vigile il vostro senso critico rispetto al mio pensiero perché unico scopo dei miei articoli, delle mie riflessioni e delle mie recensioni è quello di innescare in voi nuove riflessioni riguardo alla letteratura per l’infanzia.

Le categorie da me individuate sono le seguenti:

  1. Il silenzio è d’oro
  2. Fate silenzio!
  3. Un silenzio eloquente

“Sector 7” è un albo silenzioso di un artista poliedrico e pluripremiato che colloco nella categoria “Il silenzio è d’oro”. Per quale motivo? In questa categoria inserisco gli albi senza parole che, a mio avviso, restano più coerenti al concetto di libro silenzioso. Sono albi che mettono in piacevole difficoltà il lettore perché prevedono che la potenza dell’immagine venga rispettata il più possibile con un silenzioso, ma denso sguardo di ammirazione.

Tu cosa ne pensi?