Forse il libro più classico di Natale, qui felice di presentarvelo nella traduzione di Beatrice Masini, scrittrice ed editrice raffinatissima.

Ad alta voce dai 7 anni, in lettura solitaria dai 9 se si è un lettore fluido, e poi per tutti.

A vederli così, per strada, seduti sulla neve, cenciosi e laceri, soffocati da muri grigi di mattoni, li si penserebbe senza speranza, senza grandi speranze, questi mendicanti. A vederli sorridere nonostante il freddo, nonostante gli scialli leggeri, le striminzite giacchette, li si penserebbe in attesa.

Il “Canto di Natale” di Dickens è una delle storie più emozionanti e famose sul Natale.

Il protagonista è l’avido Ebenezer Scrooge, un vecchio finanziere che non crede alla magia del Natale e non concede mai al prossimo un gesto di carità, nemmeno durante la notte di Natale.

Il romanzo è suddiviso in cinque parti, e narra della conversione di Scrooge al quale, durante la notte di Natale, si presenta il fantasma del suo defunto amico e socio in affari, Marley.

Marley è legato da una catena fatta di lucchetti, timbri, portamonete, assegni… e da tutto ciò che, in vita, lo ha distolto dal suo prossimo, spingendolo verso il denaro e il potere. Una vita all’insegna dell’egoismo che lo ha condannano a vagare con il peso di ciò che ha accumulato. Il fantasma informa l’amico dell’imminente visita di tre spiriti: lo spirito dei Natali passati, lo spirito del Natale presente e lo spirito dei futuri Natali; questi spiriti mostreranno a Scrooge la sua vita passata, quella presente e quella futura portandolo a conoscenza di quello che pensano di lui le persone che frequenta ogni giorno, mostrandogli la superficialità con cui giudica gli altri.

Di contro gli verrà mostrato il Natale di gente che – pur vivendo nella povertà – riesce a gioire delle piccole cose: un gruppo di minatori che intonano un canto di Natale attorno a un focolare, due guardiani di un faro che cantano e brindano, gente che prega e rivolge pensieri di pace ai propri cari.

Scrooge, così, dopo la visita di questi spiriti, si ritrova nel suo letto. È la mattina di Natale.

Charles Dickens scrisse il “Canto di Natale” col desiderio di coinvolgere sia i grandi che i bambini, attraverso descrizioni commoventi, al fine di risvegliare sentimenti puri come l’amore e la tolleranza, il rispetto per gli altri e la capacità di apprezzare gioie della vita, non solo a Natale.

L’amore verso la propria famiglia, verso coloro che ci circondano, viene riconosciuta come la forma più preziosa dell’amore incondizionato.