Come “Alice nel paese delle meraviglie” potete inesorabilmente cadere nella tana del Bianconiglio: aprite la copertina, un salto, è hoplà! Cadete nel pozzo profondo della vostra fantasia alla fine del quale vedrete le stelle anche in pieno giorno. E scivolando sempre più in basso attraverserete mondi, aprirete cancelli e scoperchierete botole. Rebecca rimane un nome in copertina, lo potete percepire in lontananza come un’eco.

Le immagini si sovrappongono e si svelano un po’ alla volta e a noi sembra di sentirle bisbigliare dietro ad ogni increspatura. Pare che pagina dopo pagina si possa entrare nella mente dell’autrice di cui abbiamo trovato una piccola e fragile chiave dorata… aprimi… il libro ci invita… leggimi, ascoltami…

Un buon libro è un teatro sul cui palco siamo noi stessi a muoverci e a giocare, noi che contemporaneamente rimaniamo dietro le quinte a muovere gli ingranaggi, ad accendere le luci e a muovere la polvere degli angoli bui mentre la corda si srotola per calare dall’alto un angelo di cartapesta. Allora, pur concedendovi pochissime parole, “Favole di La Fontaine” diventerà il vostro regno perché la storia che ognuno di noi costruisce attraverso le trame e le figure dei libri è solo e sempre la nostra.

Siete pronti a smarrirvi in queste 26 favole?

Buon viaggio.