Beatrice Solinas Donghi (1923 – 2015) ė stata una raffinata studiosa del fiabesco, una scrittrice capace e una saggista acuta. Topipittori propongono questo titolo straordinario nella loro nuova collana dal titolo “L’età d’oro” ispirata all’omonimo libro di Kenneth Grahame, dove l’infanzia è percepita come quella fase della vita dove ė possibile cogliere l’invisibile che circonda il mondo.

E se parliamo di invisibile non vi è dubbio che le fiabe sappiano disvelarci da sempre ciò che resta nascosto sotto la trama del nostro quotidiano, presi come siamo dal mettere insieme, e in fila, le cose ordinarie che ci rassicurano mentre ci inchiodano alla realtà. Beatrice Solinas Donghi non solo ci mostra il fiabesco, ma compie un gesto quasi proibito per chi si occupa di fiabe: ne prende le trame e le intreccia tra loro, anzi le incatena.  Non le stravolge mai del tutto ( ed è qui la sua abilità), ma certamente le reinventa restando in bilico tra innovazione e tradizione. Ecco perché possiamo ancora definire questo libro una raccolta di fiabe.

La catena non è una treccia, è più solida, quindi più resistente, ed è composta da anelli. Ci si può aggrappare ad una catena o restarne prigionieri. Con le fiabe della Solinas Donghi capitano entrambe le cose: ci si aggrappa alla narrazione per chiedere salvezza alle trame e alle parole bellissime di questa scrittrice, e si resta eternamente affascinati, presi letteralmente in trappola, da una malía senza tempo, che ci costringe a leggere e a leggere ancora. La prosa di queste fiabe è piena di grazia, un’eleganza antica che stupisce il lettore adulto e bambino per la morbidezza e al tempo per la sua asciuttezza; uno stile “sorvegliato” , cosí è stata definita la prosa di Beatrice Solinas Donghi, una scrittura asciutta e sobria, una peculiarità che rinvia alle origini  inglesi dell’autrice e di cui lei stessa parlava in termine di “inglesitutine”. Questa scrittrice era inoltre un’acuta osservatrice del mondo e spesso nei suoi romanzi ricorre al gioco sottile e raffinato delle “voci incrociate”.

Attraverso questa catena, in cui ogni fiaba ne contiene un’altra pronta ad affiorare, adulti e bambini si ritroveranno vicini, pronti a dare un senso nuovo agli eventi dei giorni, felici di sospendersi in un altrove ricco di possibilità da far germogliare nel nostro “al di qua”.

Ad alta voce dai 4 anni, un bellissimo modo per coltivare l’orecchio alla lingua e al racconto fiabesco; in lettura in solitaria dagli 8 anni ( lettori fluidi); poi dai 9 anni. Per adulti senz’altro. Per adolescenti non saprei, forse potrebbero desiderare altro e riscoprire le fiabe più avanti, ascoltateli, ognuno è diverso.