Appena ho finito la lettura di questo albo ho pensato a chi lo avrebbe letto e chi lo averebbe narrato. Leggere o narrare?
Leggere e narrare sono due azioni apparentemente simili, ma profondamente diverse. Molti genitori si sentono a disagio nel leggere ad alta voce, specialmente le prime volte. Temo che questo derivi da un vecchio retaggio della nostra impostazione scolastica che spesso vede la lettura ad alta voce come una prova d’abilità infondendo nei bambini un’innaturale timidezza verso il testo scritto.

La lettura ad alta voce ha invece il suo fascino, almeno quanto quella silenziosa: prima di tutto ci riconnette con la nostra voce – è buffo notare quanto non ci ascoltiamo mentre parliamo e quanta attenzione prestiamo invece alla nostra voce quando dobbiamo leggere per qualcuno- e in secondo luogo ci mette davanti all’importanza del silenzio.

Cosa stiamo leggendo? Ci è facile capire immediatamente il significato del testo quando leggiamo a voce alta? Alle prime occasioni potremmo stupirci di quanto siamo abili a leggere e contemporaneamente a pensare a tutt’altro.
Così succede che mentre leggiamo ad alta voce per un neonato o per un bambino, senza sforzo apparente, aumentiamo la nostra capacità di attenzione per un testo scritto, ci costringiamo a cercare attimi di silenzio in cui accomodarci appartati con i nostri bambini, e siamo invitati ad osservare con amore lo strumento meraviglioso della nostra voce.

Narrare invece, cioè raccontare senza l’ausilio del libro, può essere un buon esercizio preliminare per poi leggere ad alta voce (anche se ad alcuni non avere un testo sotto gli occhi incute molto timore) perché narrando usufruiamo in modo naturale della bellezza di pause e silenzi. Di contro potremmo osservare che se nel racconto improvvisato la punteggiatura ci viene naturale, potrebbero venirci meno le parole, o peggio la storia. Per narrare dobbiamo sapere quello di cui stiamo parlando e dobbiamo vedere e abitare la storia per poterla trasmettere a chi ci ascolta. Una cosa saggia, anche quando sarete narratori provetti, resterà quella di aver preparato e studiato la vostra storia in precedenza. Per iniziare vi consiglio di cimentarvi con una fiaba che ben conoscete (per esempio Cappuccetto Rosso) o ancora meglio da un fatto quotidiano.

Con i racconti del quotidiano potreste avere maggiori soddisfazioni e allenare le parole in vista delle fiabe. Raccontare il presente ci potrebbe risultare più facile perché i fatti vissuti in prima persona sono molto vividi nella nostra memoria e ci appartengono profondamente.

Per concludere questa digressione io vi consiglio sia di leggere che di narrare, e narrare sia fiabe che racconti del quotidiano. Questo albo ricco di onomatopee potrebbe essere un valido inizio.

Alessia lo presenta in una diretta Instagram proponendolo come migliore novità editoriale estiva del 2021. La diretta puoi guardarla e ascoltarla cliccando qui https://www.instagram.com/p/CRGqjWuFC9B/