Leggere non è solo riuscire a decifrare lineette e cerchiolini, ma far entrare un mondo dentro di te. Noi di Radice-Labirinto crediamo che le fiabe contengano mondi meravigliosi.
Tutti i più grandi scrittori, per bambini e non, hanno studiato a lungo la fiaba perché nel mondo metaforico del racconto orale essi riconoscevano le radici del loro scrivere e del loro narrare. Le fiabe contengono mille universi. I più grandi filosofi dicevano “Come nel piccolo così nel grande”. Ogni cosa ne contiene un’altra: nel nocciolo del frutto c’è il disegno del fiore, nel fiore il disegno dell’albero e nell’albero quello delle radici. Vedi, leggere una fiaba è come avere tra le mani una Matrioska: più impari a leggervi attraverso più impari a interpretare la vita. E tutto questo avviene in modo così spontaneo e in un modo così leggero e potente al tempo stesso, che a te sembrerà solo un battito d’ali.

Le fiabe sono vere. Scrive Calvino che le fiabe

“…sono, prese tutte insieme, nella loro sempre ripetuta e sempre varia casistica di vicende umane, una spiegazione generale della vita, nata in tempi remoti e serbata nel lento ruminio delle coscienze contadine fino a noi; sono il catalogo dei destini che possono darsi a un uomo e una donna, soprattutto per la parte della vita che appunto è il farsi di un destino: la giovinezza, dalla nascita che sovente porta in sé un auspicio o una condanna, al distacco dalla casa, alle prove per diventare adulto e poi maturo, per confermarsi come essere umano. E in questo sommario disegno, tutto: la drastica divisione dei viventi in re e poveri, ma la loro parità sostanziale; la persecuzione dell’innocente e il suo riscatto come termini d’una dialettica interna ad ogni vita; l’amore incontrato prima di conoscerlo e subito sofferto come bene perduto; la comune sorte di soggiacere a incantesimi, cioè d’essere determinato da forze complesse e sconosciute, e lo sforzo per liberarsi e autodeterminarsi inteso come un dovere elementare, insieme a quello di liberare gli altri, anzi il non potersi liberare da soli, il liberarsi liberando; la fedeltà a un impegno e la purezza di cuore come virtù basilari che portano alla salvezza ed al trionfo; la bellezza come segno di grazia, ma che può essere nascosta sotto spoglie d’umile bruttezza come un corpo di rana; e soprattutto la sostanza unitaria del tutto, uomini bestie piante cose, l’infinita possibilità di metamorfosi di ciò che esiste…”

Mi emoziona sempre questo scritto perché come libraia sono arrivata presto a questa conclusione e presto ne ho avuto conferma crescendo e attraversando io stessa “la parte della vita che è il farsi di un destino”.

Quando prendono la penna in mano tutti gli scrittori si ritrovano là, in quella parte di vita, e i migliori provano ad ascoltare.