Questo albo straordinario non è certo una novità editoriale, ma poiché ne aspettiamo la ristampa da tempo, speriamo che questa recensione possa riportare l’attenzione su un libro che non dovrebbe mai mancare sullo scaffale di una buona libreria.

Molto è già stato detto su “La morte, l’anatra e il tulipano” di Wolf Erlbruch e mi stupirei se fosse il contrario poiché io considero l’albo in questione una delle pietre miliari non solo del mio percorso di libraia e di lettrice, ma del panorama mondiale della letteratura per l’infanzia.
Mi sono quindi proposta di non fare di questo albo un recensione canonica (ammesso che io sia in grado di farne), ma di riportarvi i pensieri più belli che mi capita di fare mentre, rapita e commossa, ne sfoglio le pagine.

I risguardi. Dico spesso durante le mie formazioni che un albo racconta una storia fin dalla copertina e che non si deve correre alla prima parola scritta per iniziare a leggerlo davvero; le figure si leggono e la struttura di un libro d’autore ha un sempre un senso preciso. C’è un’economia sottesa ad ogni singola parte di un albo e ogni parte concorre a raccontarci la storia. I risguardi spesso sono come un prologo.

La morte. Ognuno di noi di fronte alla morte di Wolf Erlbruch ha il suo personale cortocircuito come è giusto che sia, ma questo perturbamento, fondamentale per poter comprendere davvero la storia narrata ne “L’anatra, la morte e il tulipano”, può avvenire solo in virtù degli archetipi che quell’immagine all’apparenza così semplice contiene: il vecchio o la vecchia, il buio del bosco, la soglia, l’impiccato, la strega. Al suo cospetto echi profondi risuonano nella nostra memoria conscia ed inconscia: i riti funebri e le rime per tenere lontano il malocchio, le filastrocche dei bambini, i dipinti o le immagini di morte che hanno attraversato il nostro cammino, storie lette nei libri o solo raccontate.

La tenerezza. Nel turbamento che l’immagine della Morte di Erlbruch porta con sé, è nascosto un tesoro, una luce segreta che rende quel turbamento ancora più efficace: la tenerezza. Come si può provare tenerezza per la Morte venuta a prendere la vita di un’anatra tanto cara? Eppure la Morte parla con gentilezza, i movimenti del suo corpo sono delicati, lenti, quasi impacciati. E’ timida questa Morte e porta con sé un fiore, un tulipano nero, pronto a essere lasciato come una preghiera sulla tomba di qualcuno. Le pantofole che indossa le concedono un passo felpato, non la si sente arrivare, ce la si ritrova accanto sorridente con indosso non un nero mantello, ma una specie di pigiama. Che strano accorgersi di non averne paura, la si può perfino abbracciare e l’anatra infatti lo fa.

Il bianco. Lo sfondo bianco delle pagine e la mancanza quasi totale di prospettiva, rendono tutta la vicenda sospesa, in bilico. In quel bianco c’è tutto e niente, sta a noi decidere che sguardo avere sulle cose e sul mondo, sulla vita e sulla morte.

Il corvo. L’anatra dice che sugli alberi si fanno strani pensieri. Sulla pagina di destra non c’è testo, ma solo un corvo, ha il becco aperto e noi lo sentiamo gracchiare. Vola verso destra. In quella macchia nera sul foglio bianco noi avvertiamo qualcosa, un presagio.

L’azzurro. Un dolcissiml azzurro invade all’improvviso la pagina quando l’anatra smette di respirare. Il cielo acquista un peso e inizia a nevicare. La sospensione del bianco cessa. “Era accaduto qualcosa” dice il testo. Quando l’anatra muore, la vita prende possesso della storia e finalmente la possiamo vedere.

Il testo. Alcune parti del testo sono talmente efficaci da spalancare la porta a domande così grandi e ad un senso tanto più ampio, che si potrebbe discutere e pensare ore sui significati nascosti de “L’anatra, la morte e il tulipano”.

La volpe e la lepre. Siamo nell’ultimo risguardo. La Morte passeggia tranquilla, le mani dietro la schiena; intorno a lei la volpe rincorre la lepre. Il cerchio senza fine della vita e della morte, il grande serpente che si morde la coda.

Il tulipano. E nella quarta di copertina è sbocciato un tulipano.

La mia intera recensione la trovate qui https://www.radicelabirinto.it/lanatra-la-morte-e-il-tulipano/