Questo insegnano le storie: a parlare, a usare un vocabolario ricco, a trovare sinonimi, a intraprendere strade diverse, a far entrare nelle orecchie buona musica. E insegnano a costruire il pensiero. La nostra lingua è quanto mai musicale, ogni parola nasconde nel suo suono (e non solo nel suo significato) un paesaggio articolato; quante parole nella nostra bella lingua nascondono onomatopee e suggestioni sonore?

Il lessico di adulti e bambini si sta appiattendo inesorabilmente, e noi non potremmo dire di non aver avuto gli strumenti per ampliare il nostro vocabolario. È vero che le fiabe di mia nonna erano bellissime così com’erano, ma quanto potrà essere prezioso oggi il nostro narrare se le parole delle nostre fiabe saranno puntuali, interessanti e affascinanti? “Belle parole, bei pensieri” scriveva Gianni Rodari.

Io credo che narrare oggi è una necessità, il nostro patrimonio orale si sta perdendo, la pratica del focolare svanisce, soffocata da una realtà sempre più performativa. Le fiabe non si conoscono più, schiacciate nella morsa di una morale che vuole livellare ogni burrone, abbattere ogni foresta, murare i draghi nelle loro caverne e le streghe nelle loro torri.

Ma il sonno di Rosaspina non durerà per sempre, prima o poi i cent’anni passeranno e lei si sveglierà. E come narrava Basile nel suo “Cunto de li cunti”, Talìa – la Bella addormentata – si sveglierà perché uno dei gemelli partoriti durante il suo lungo sonno, cercando il suo seno le succhierà via dal dito la lisca di lino causa del malvagio sortilegio. Con cosa nutrirà Talìà i suoi figli, Sole e Luna, se non avrà fiabe e storie da raccontare?

Annet Schaap ci regala un libro sull’essere sorelle e figlie, sull’amore e la sua mancanza, sulle aspettative e le delusioni, sull’andare avanti nonostante tutto perché la vita non è una favola, ma se ci si guarda attorno con occhi di meraviglia le fiabe sono nascoste dappertutto intorno a noi. Annet Schaap prende spunto da sette fiabe famose e le trasforma in sorprendenti e inquietanti storie che hanno per protagoniste sette ragazze, ognuna con la propria personalità, i propri desideri e i propri sogni, ragazze che da personaggi di fiaba diventano persone in carne e ossa. E non vi svelo nulla di più.

Dai 9 anni e per adulti curiosi.

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