Non voglio parlarvi di questo albo senza parole centrando il discorso sul confine interno della pagina, su quell’insenatura così feconda di cui la stessa Suzy Lee ci ha raccontato nel suo saggio  sempre edito da Corraini) “Trilogia del limite” che vi consiglio di leggere.

Con pervasività narrativa intendo far soffermare il vostro sguardo di lettori su quanto sia eloquente il bianco nelle tavole di Mirror. Più che ne “L’onda” e in “Ombra”, gli altri due albi senza parole fratelli di Mirror, qui il bianco della pagina ci porta un silenzio denso e sprofondante.
È un bianco che dilaga e dilata, è esso stesso uno specchio dei pensieri del lettore. Ciò che accade intorno alla bambina è avvolto da un mistero abbacinante. Il bianco è il luogo dove rimbalza lo sguardo per tornare verso di noi rinnovato da quella che lo psicanalista Ernst Jentsch definirebbe “dissonanza cognitiva”.

E in effetti è proprio su questa titubanza dell’intelletto che gioca Suzy Lee: quale delle due bambine è quella reale?
Questo albo è davvero uno specchio, un vuoto da abitare, uno sguardo da ritrovare: quello della nostra capacità di discernere la realtà da ciò che ci sfugge o emerge come un “non conosciuto” – eppure familiare – inquietante.

Siamo un’Alice che entra o un’Alice che ritorna?
Sono certa che dentro quel bianco troverete le vostre domande e alcune risposte.

Un albo di cui ho parlato nel ciclo di conferenze dedicate al Perturbante, un albo che fa della sospensione un canone letterario. Per scoprirlo anche tu analizzando ciò che più ci attare e respinge in letteratura, clicca qui https://www.radicelabirinto.it/formazione/i-corsi-online-di-alessia/

Se vuoi scoprire Ombra di Suzy Lee https://www.radicelabirinto.it/prodotto/ombra/

Se vuoi immergerti in L’onda di Suzy Lee https://www.radicelabirinto.it/prodotto/londa/

Se vuoi approfondire l’argomento con La trilogia del limite https://www.radicelabirinto.it/prodotto/la-trilogia-del-limite/