Le storie richiedono tempo e costanza per rilasciare i loro misteri, ci intimano di volersi incontrare segretamente con la vita per poter fiorire, quindi posso ben capire quanto, per esempio, in ambito terapeutico i libri di narrativa siano poco letti. Eppure non dimentico che spesso le storie dei libri sono affari privati, da leggere nell’intimità; che a volte una pagina condivisa ad alta voce non ha bisogno di nient’altro se non del tempo che ci concediamo per ascoltarla e che i libri non sono necessariamente degli strumenti di guarigione o di comprensione delle dinamiche esistenziali.

C’è come l’esigenza di rendere i bambini sempre più consapevoli delle proprie emozioni, dei sentimenti, di cosa significhi diverso… ma poi a conti fatti, davvero i bambini di oggi dimostrano tutta questa consapevolezza? O sono piuttosto gli adulti a sentirsi rincuorati da un lavoro tanto minuzioso, attento e curato sull’infanzia? E questo bambino cresciuto con tanti libri sull’amicizia o sul valore della diversità è un bambino ce sarà capace per questo di stare insieme agli altri? I bambini vivono sempre più isolati e le relazioni fondamentali, ovvero quelle con altri bambini in contesti diversi dalla scuola o della famiglia, sono seriamente minacciate da una società che tende a volerli sì più consapevoli delle proprie emozioni, ma inesorabilmente soli.

Lasciamo le nostre paure e affidiamoci alle storie. Cogliamo l’opportunità che regalare un libro ci offre, ovvero quella di capire, noi per primi, cosa ci piace, cosa ci emoziona.

Scrive Harper Lee in “Và, metti una sentinella”:

A quarantotto anni Atticus restò solo con due bambini piccoli e una cuoca negra di nome Calpurnia. E’ dubbio che avesse mai cercato dei significati, si limitò ad allevare i suoi figli meglio che poteva e, a giudicare dall’affetto che i suoi figli nutrivano per lui, il suo “meglio” fu davvero buono: non si stancava mai di giocare a palla avvelenata; non era mai troppo indaffarato per inventare storie meravigliose; non era mai troppo assorbito dai suoi pensieri per ascoltare con attenzione una storia di sventure; ogni sera leggeva loro qualche cosa ad alta voce fino a diventare rauco.
Atticus prendeva molti piccioni con una fava quando leggeva ai suoi figli, e forse avrebbe notevolmente sgomentato uno psicologo dell’età evolutiva: leggeva a Jem e Jean Louise tutto ciò su cui gli capitava di posare lo sguardo, e i bambini, crescendo, si impossessarono di un’oscura erudizione. Si fecero le ossa sulla storia militare, sui disegni da convertire in legge, sui misteri della rivista “True Detective”, sul Codice dell’Alabama, sulla Bibbia e sul Golden Treasury di Palgrave, l’antologia di poesie inglesi.
(Harper Lee, Và, metti una sentinella, Feltrinelli 2015, Traduzione di Vincenzo Mantovani)

Ma cosa c’è di più prezioso che donare qualcosa che ci ha fatto emozionare e gioire? Un libro che ha esercitato su di voi un simile potere, avrà di per sé una luce speciale: la vostra. Conterrà un pezzetto della vostra vita, qualcosa che vi racconta.

“Tasso e puzzola” di Amy Timberlake con le illustrazioni di Jon Klassen è un libro che consiglio per tale motivo: per regalare a qualcuno qualcosa di tanto profondo attraverso la levità di una pagina sfogliata.

Alessia ne parla anche sul nostro canale Instagram durante una diretta che potete ascoltare qui https://www.instagram.com/p/CPIqk_soFuN/

Finalmente disponibile anche il secondo capitolo della saga, che puoi trovare qui: https://www.radicelabirinto.it/prodotto/tasso-e-puzzola-operazione-occhio-di-ragno/