Ci sono libri che parlano di estati e altri che diventano i libri dell’estate, quelli che rileggi ogni anno e che proteggi dal sole e la salsedine perché sono ormai fuori catalogo o semplicemente perché, per te, sono preziosi.

Un romanzo per riportare il segnalibro alla scuola dell’infanzia.
Un romanzo da leggere nel corso di due/tre mesi per concedere – e concedersi – il tempo dell’immaginazione a prescindere dalle illustrazioni.

Una storia con una trama lineare che tiene dentro la lezione dei fiabesco.
Una scoperta (o una riscoperta) di un romanzo che nasce come racconto orale inventato su due piedi per i suoi bambini e i loro amici, dall’avvocato Frank Baum. Da abile narratore egli sa come tenere viva l’attenzione e allo stesso tempo non scadere mai in invenzioni a buon mercato.

“Il meraviglioso mago di Oz” di L. Frank Baum con le meravigliose illustrazioni di Lisbeth Zwerger è per la nostra famiglia il libro della tenda, da leggere di volta in volta sotto agli eucalipti, o ai pini marittimi o ai ginepri. Immaginatevi la gioia nel vederlo arrivare in libreria con le illustrazioni di Minalima!

Il racconto, letto ad alta voce nelle lunghe pause del mare, attrae inesorabilmente l’attenzione dei piccoli passanti di questo mondo provvisorio costruito sull’equilibrio instabile del vento e dell’ombra, tenuto insieme da tiranti, cerniere e picchetti.

La sera la voce si insinua nelle tende vicine, e vedi adulti che socchiudono gli occhi e i bambini che timidamente si avvicinano reggendo in mano piccole torce. Ciò che rende questa storia straordinariamente attraente è una trama sempre vivace, personaggi perfetti nella loro esatta solidità e quel gioco sottile tra ciò che si desidera ardentemente è già c’è, ma pare lo possa vedere solo il lettore: un cervello, un cuore, il coraggio e una casa.

“Ma mamma non vedi che lo spaventapasseri è il più intelligente?”; “Il leone è il più coraggioso di tutti…”; “Il boscaiolo di latta piange sempre!  Secondo me ce l’ha un cuore”.

Io da parte mia, mentre leggo, mi sorprendo a pensare che l’unica casa possibile è quella dove sono gli affetti, e mi volto a guardare la nostra piccola tenda che senza troppe pretese contiene davvero tutto ciò che ci serve.

E se venisse un uragano? In queste notti dove il mare fa sentire le sue onde e culla il sonno che pronto viene a chiuderci gli occhi dopo una lunga giornata di luce, e una brezza ora forte ora leggera scuote la tenda, mi addormento con un pensiero bambino, di essere sollevata e portata via in un altrove del possibile.

Ps. Puoi scoprire alcuni dettagli dell’interno di questo libro guardando un reel realizzato dalle libraie Beatrice e Cecilia in occasione della sua uscita. Clicca qui: https://www.instagram.com/reel/CUiIrjagA72/