Conferenze sulla fiaba

Illustrazione di Sibile Von Hofer
IL FOCOLARE DELLE FIABE – L'importanza del rito del focolare durante l'infanzia.

Per chi desidera capire l'importanza del racconto o della lettura di una fiaba, indagare gli aspetti contemporanei del focolare e restituire ai bambini una fiaba autentica.

Conferenza per insegnanti e genitori di Nido, Infanzia, Primaria,

Cosa resta oggi del rito del focolare? C'è spazio nella contemporaneità per l'illud tempus, ovvero per raccontare di un tempo mitico e originario a cui tutto il repertorio fiabesco fa riferimento?
Negli scaffali di una libreria specializzata per bambini e ragazzi, si sente sempre di più l'assenza delle storie. Il desiderio di educare attraverso le immagini (si pensi al fiorire dell'albo illustrato) è più forte della volontà di educare l'orecchio. Eppure Platone diceva che anche la fonè è immagine ed è quindi in grado di disegnare, attraverso il suono e la voce, il mondo.

Perdere la ricchezza del repertorio della tradizione orale significa diventare schiavi di una cultura generalista, spesso priva di contenuti che, sfruttando il nostro vuoto narrativo, crede di poterci raccontare qualsiasi cosa.
La fiaba è per il bambino - e parimenti per l'adulto - una miniera di tesori, un luogo fertile in cui seminare le esigenze della propria immaginazione.
Da sempre nel bosco della fiabe si nasconde un patrimonio collettivo di saperi e competenze che ha trovato nella metafora il modo più semplice ed efficace di palesarsi.
I bambini desiderano essere accompagnati nella consapevolezza di vedersi come esseri narranti. Ogni essere umano è infatti la somma di storie che, come nel mito, si intrecciano continuamente.

Le fiabe anche nei loro aspetti più grotteschi e oscuri, educano il bambino (attraverso metafore che egli può affrontare) ad affinare l'istinto, il senso critico e l'intelligenza. Le fiabe, dall'alba dei tempi, costruiscono in noi un cuore intelligente.
Strumento principe in tale processo è il racconto orale attraverso il quale si riconquista la forza del pensiero e la capacità di immaginare. Rafforzando l'immaginazione e la volontà le fiabe diventeranno la fonte primaria di ispirazione, mondi dai confini indefiniti nei quali rincorrere la propria voglia di scoprire e domandare.

Installazione di Rune Guneriussen
LE NUMINOSE FANTASIME DEL BOSCO – Da Artemide alla Baba Jagà un viaggio nel bosco del mito e delle fiabe.

Per chi desidera approfondire la simbologia del bosco nella fiaba, attraversare la foresta con i propri bambini, superare la paura dell'ignoto.

Conferenza per insegnanti e genitori di Nido, Infanzia, Primaria, Medie e Superiori

Il bosco nel mito e nelle fiabe è un sipario magico che schiude i suoi rami nelle parole del focolare, per mostrarci i misteri della Natura.
Da Artemide, dea selvatica e terribile che rinnega il genere umano in favore dell'amore per le belve feroci e per le ninfe leggiadre, alla Baba Jagà che circonda la sua casa con uno steccato di ossa umane rendendo così la sua radura un giardino, indagheremo il cuore del bosco.
Due figure, quella di Artemide e della Baba Jagà, che si fanno protettrici del bosco diventando le custodi di un luogo ancestrale e proibito che in molti miti, come in molte fiabe, diventa scenario di abbandoni, ricerche, metamorfosi, omicidi, amori, incontri.
Due figure emblematiche che costituiscono l'una il rovescio dell'altra, in un gioco di contrapposizioni - e quindi di rimandi – che ne disegnano un quadro unitario e straordinario. Una è dea della giovinezza, della luce, stella Diana; l'altra Madre del fuoco, nonna e strega, vestale del focolare; una ci mostra un bosco mediterraneo profumato di mirti e ginepri, l'altra ci conduce attraverso un bosco nordico, freddo e scuro.
Ma se il bosco si circoscrive allora diventa un giardino ed è proprio lì che converseremo con Artemide e la Baba Jagà, celebrandole come si compete per non attirare la loro ira.

Illustrazione di Ivan Yakovlevic Bilibine
IL FEMMINILE NELLA FIABA – Un percorso tra tradizioni orali di diversi paesi alla ricerca della matrice femminile nel repertorio fiabesco.

Per chi desidera approfondire il tema del femminile, indagare lo stereotipo di genere, gettare uno sguardo nuovo sulle “bambine ribelli”.

Conferenza per insegnanti e genitori di Nido, Infanzia, Primaria, Medie e Superiori

A partire da cinque fiabe antiche della tradizione, russa, nordica e italiana -“Vassilissa la bella”, “L'ondina della pescaia”, “Le tre melarance”, “La fanciulla senza mani” e “La guardiana delle oche alla fonte”- getteremo luce sulla qualità femminile descritta nel repertorio fiabesco, sfatando pregiudizi e luoghi comuni.
Protetti dalla fiamma benevola della Baba Jaga, figura straordinaria liminare tra il buio e la luce, faremo un viaggio nello scaffale di una libreria per scoprire quanto abbiamo a disposizione oggi per poter incoraggiare, nei nostri bambini e nei nostri ragazzi, un “educazione estetica della fiaba" , ovvero un'educazione al sentire.

L'approfondimento degli archetipi del femminile - e di conseguenza del maschile - nella fiaba, è particolarmente significativo nella nostra contemporaneità dove la battaglia contro la discriminazione dei modelli sessuali rischia di diventare essa stessa promotrice di stereotipi. Da quando esistono le fiabe – e sono così antiche che nessuno sa dire con precisione da quanto vengano tramandate – esiste anche una sapienza popolare dedicata al femminile.
Poiché il maschio è diverso dalla femmina anche le fiabe potevano rivolgersi all’uno o all’altra andando a toccare nel profondo, attraverso trame e personaggi specifici, le radici dell’anima femminile e maschile.

CUCI E RACCONTA: LE PAROLE DELLA FIABA – Come narrare una fiaba, il gesto della voce e la costruzione di un focolare domestico.

Per chi desidera conoscere la differenza tra leggere e narrare, riappropriarsi della propria voce, riscoprire l'incantamento delle parole, restituire ai bambini il rito del focolare.

Conferenza per insegnanti e genitori di Nido, Infanzia, Primaria, Medie.

Come si narra una fiaba? Da dove nasce l'incanto?
Cosa sono le parole delle fiabe?

La parola fiaba deriva dal latino fabulare che significa raccontare qualcosa con la voce.
La dimensione orale è parte integrante della fiaba perché è nel suono che si nasconde il loro insegnamento più profondo. Può spaesare pensare che il suono delle parole sia più importante del loro significato, eppure è proprio nella voce che risiede il senso ultimo della fiaba. Se ci soffermiamo a riflettere e ripensiamo alla nostra esperienza di ascoltatori di fiabe, possiamo certamente dire che la fiaba ci conquista quando è affabulata con cuore intelligente.
Quando il narratore racconta e riracconta una fiaba, le parole germogliano nella sua e nella nostra memoria. Il cantastorie è un pollicino che segue i suoni nel bosco incantato: la meta è quella di risalire all’origine, all’anima antica di un racconto che è nascosta in ciascuno di noi. A forza di narrare il narratore e l’ascoltatore percepiranno, nel profondo della voce, le parole che vanno cercando. Il racconto orale si fissa così nella memoria pur restando in continuo movimento permettendo alle parole della fiaba di entrare a far parte del bagaglio immaginativo e sapienziale di tutti noi.
E infine: dove si narra una fiaba? Come costruire un focolare a casa o a scuola? Come deve essere questo luogo per creare incantamenti? Dopo aver abitato le fiabe con la voce e lo sguardo, penseremo ad un luogo che possa diventare spazio prediletto di attraversamento.

Illustrazione di Nancy Ekholm Burkert
LA VOLONTÀ NELLA FIABA: POTERE, DESTINO, DESIDERIO E NECESSITA'- Un itinerario per disegnare non un tema, ma uno stato d'animo nel vasto repertorio fiabesco.

Per chi desidera conoscere più a fondo le dinamiche che muovono l'animo del bambino quando ascolta una fiaba, per incontrare fiabe poco note e fomentare l'amore per la vita e le storie.

Conferenza per insegnanti e genitori di Nido, Infanzia, Primaria, Medie e Superiori.

Da Hansel e Gretel a Frau Holle, da Vassillissa a Barbablù, per un sentiero che toccherà molte altre fiabe, getteremo uno sguardo sull'azione nella fiaba che ci dimostra che gli esiti non sono mai scontati, perfino se siamo piccoli e sfortunati. In un momento storico dove il focus è tutto puntato sull'essere, la volontà nella fiaba ci rammenta che è possibile accedere al catalogo dei destini solo attraverso l'azione.

La fiaba come scenario bidimensionale accoglie ognuno di noi: in quel “un castello”, “un villaggio”, “un re”, “un bosco”...nell'indeterminazione della narrazione fiabesca il bambino come l'adulto può immedesimarsi appieno pur mantenendo con se stesso un rapporto quasi impersonale: sia come ascoltatori sia come narratori (nel racconto orale narratore e ascoltatore sono sullo stesso piano), siamo dentro, ma siamo anche fuori dalla fiaba, viviamo l'avventura dei personaggi e allo stesso tempo li guardiamo con distacco, attraversiamo il bosco e allo stesso tempo lo narriamo. Ed è proprio questa dialettica degli opposti a rendere il percorso nella fiaba così misterioso, affascinante e pregnante. Ciò che fanno i personaggi noi lo viviamo e vivendolo lo esperiamo, eppure lo esperiamo narrandolo, quindi guardandolo da più punti vista. Ed è esattamente l'azione più che i pensieri o un dialogo introspettivo a cucire insieme il dentro e il fuori, il personale e l'impersonale, perché è nel fare che nelle fiabe ci ritroviamo.

E infine c'è una volontà anche nel focolare, nell'ascoltare, nello stare seduti vicini a condividere un viaggio quasi iniziatico.
La volontà dei protagonisti della fiaba da un lato, dei bambini e del narratore dall'altro, guida, conduce, in un intreccio inestricabile di azioni e di parole che ci esortano agli attraversamenti anche quando sono contro la nostra volontà.