Olle

Olle

di Guus Kuijer, edito da Camelozampa.

Le vie di mezzo sono le più difficili da intraprendere. Tra il romanzo che porta il giovane lettore letteralmente più in là del suo naso, e una “prima lettura” un po’ insapore, chi ha il coraggio di avventurarsi alla ricerca di una scrittura capace di risultare interessante pur restando amichevole? La risposta è: chi ha talento, e Guus Kuijer ne ha da vendere.

Forse questo autore eccellente nemmeno ci pensava a scrivere un libro che potesse risultare quel raro compromesso che tanto assilla i librai, cioè come traghettare il lettore ancora inesperto nel mare delle storie accompagnandolo con libri degni di questo nome. Nelle prime classi della primaria si sente parlare per lo più, e in verità senza malizia, di libricini, di libretti, di storielle…insomma di libri che più che altro allenino il bambino a leggere.
Un libro che non sia troppo lungo, che abbia illustrazioni, che sia divertente, che faccia scattare quell’ambito amore per la lettura… Anche se poi magari, e questo mi tocca dirlo, i genitori e, ahimè, spesso anche le insegnanti sono i primi a non concedersi il piacere di un libro.

Insomma l’argomento è impervio, e quanto mai delicato. Si tende quasi sempre a dimenticare che un lettore si forma sulle storie e non sulla decifrazione del codice scritto che sì, va imparato, ma da solo non può bastare per appassionare l’immaginazione. Le parole sulla pagina devono avere la forza di un rimorchiatore, perché non importa davvero quanto piccolo, lungo o corto sia il libro: le parole che come formiche si rincorrono sulla pagina bianca devono costruire una storia avvincente, devono farci scivolare oltre la superficie e portarci su rive ancora sconosciute.

Allora arriva Olle a fare da spartiacque tra una scrittura mediocre e un romanzo bellissimo da leggere però ad alta voce (così da continuare ad educare l’orecchio su una lingua fatta anche di periodi artcolati e per alimentare la sete di trame complesse). Questo libro di Guus Kuijer è il raro compromesso che i giovani lettori e gli impavidi maestri stavano aspettando per arricchire lo scaffale delle “seconde letture”.

Niente paura. Se vi state chiedendo come sia possibile che non abbiate mai sentito parlare di “seconde letture” non è perché non siete abbastanza ferrati in letteratura per l’infanzia , ma perché questa locuzione l’ho appena coniata. Per “seconde letture” intendo quella manciata di libri, di buoni libri, che vengono in soccorso ai bambini quando finalmente si abbandona il porto sicuro dello stampatello maiuscolo o i verdi pascoli dei libri con frasi minime e ci si addentra nella giungla delle storie. Cosa leggere quando si è ancora esploratori in erba della lingua scritta? Cosa ci aspetta dopo i rassicuranti “librini”? Spesso il deserto. Per non lasciar morire l’immaginazione di fame e di sete, sovente ci si barcamena tra due scelte: si può restare a pascere (o a morire di inedia) nei praticelli ben pettinati delle prime letture, oppure ci si ritrova invischiati – senza averne consapevolezza – nelle paludi delle letture mediocri. Da queste paludi non si esce facilmente anzi spesso sono l’anticamera a young adult scadenti. Sì è vero, ci possono sempre salvare le letture ad alta voce che adulti e insegnanti lungimiranti non smettono di praticare con costanza, ma se vogliamo continuare a coltivare il piacere di una lettura in solitaria, cosa offrire?

L’arcipelago delle “seconde letture” è un El Dorado di cui raramente ci viene indicata la strada. Olle, edito da Camelozampa, è peró un’ottima bussola. La sua scrittura fresca e mai sciatta, la piacevolezza del carattere tipografico, il ritmo incalzante di ogni capitolo, rendono questo libro una seconda lettura avvincente. La storia è quella di un’amicizia lunga una vita tra un cane e i suoi padroni. Un libro di ventuno brevi capitoli che è un epitaffio alla memoria, un modo per non dimenticare la presenza affettuosa di un animale nella propria vita. La scrittura di Guus Kuijer, già autore dello straordinario “Il libro di tutte le cose”, è molto lontana da stancanti sentimentalismi, anzi direi che la forza della sua prosa stia esattamente nel saper dosare l’ironia con una dolcezza mai melensa o esplicita.

L’educazione sentimentale a cui ci espone Gus Kuijer è come il calore buono di una stufa: scalda la stanza, ma non vediamo la fiamma che brucia nella sua bocca di metallo. La scrittura di questo autore è sempre autentica, il che significa che Guus Kuijer sa “sporcarsi” per tradurre la vita che accade. Sa mescolare sapientemente gli ingredienti necessari per far sì che un libro abbia radici oltre che ali. Un elemento fondamentale se vogliamo trovare l’ordito e quindi imbatterci nella buona letteratura: occorre radicarsi, affondare le mani anche nei lati meno lirici dell’esistenza, condurre il lettore negli angoli nascosti del suo sentire.

Parlandovi di ordito non vorrei allontanarvi dal concetto di “seconda lettura”: un libro scritto bene non è un libro “difficile” e la buona letteratura non è lontana dai bambini. Questo è il pregio di una “seconda lettura” e purtroppo ciò che la rende rara: deve condurci oltre la trama. Il segreto di un autore eccellente sta qui: nella semplicità della sua scrittura mantiene uno spessore, una qualità, un mistero insondabile.

Olle, nella sua grazia e ironia, è un libro che vi farà dire “Ecco, lo leggo con piacere anche se sono ormai adulto”, e non perché vi troverete dentro ciò che vi aspettate (caratteristica tipica dei libri sentimentalistici) , ma perché vi farà sorridere di un sorriso nuovo, vero e bello.

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