Il giorno in cui la talpa (quasi) vinse la lotteria
È un libro perfetto come prima o seconda lettura. Un periodare fresco, un’ironia bambina, dialoghi e illustrazioni di carattere, mai banali, che […]
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Olle di Guus Kuijer, edito da Camelozampa. Le vie di mezzo sono le più difficili da intraprendere. Tra il romanzo che porta […]
Il formatore non è un informatore e nemmeno un divulgatore, ma un professionista che si pone in modo problematico sia rispetto all’argomento della sua ricerca sia nei confronti del suo pubblico cercando, attraverso la rielaborazione di un pensiero coerente, di mettere a disposizione strumenti critici.
Le storie ci porterebbero ad un dialogo maieutico sulla lettura, in uno scambio proficuo al cui centro non ci sono più i libri, ma i ragazzi e i bambini nel loro modo precipuo di essere o non essere lettori.
Il punto della questione a mio avviso non è quello di negare il verbo usare, ma di indagarlo a fondo per capire se diventa, in ambito scolastico, più importante del verbo leggere e perché.
L’infanzia è in qualche misura l’astrazione dell’essere bambini, è la visione a posteriori di una particolare età della vita, una parola che usiamo solo una volta diventati adulti. Nella nostra contemporaneità italiana sembra che l’immagine d’infanzia sia oggi più importante dell’essere bambini nel qui e nell’adesso.
Meditavo sul fatto che per molti adulti che entrano in libreria le memorie d’infanzia sono spesso stereotipate, come se di fronte all’acquisto di un libro ( e forse non solo in questa circostanza) essi perdessero la capacità di ricondursi al loro sé bambino.
Quando diciamo “gioco libero” stiamo deliberatamente scindendo gli ambiti e comunichiamo ai bambini che i giochi in giardino, per esempio, hanno meno in portanza delle esperienze condotte ad un tavolo.
Non ci sono più cortili, più prati, più occasioni in cui liberare davvero il proprio “potenziale di storie”; liberarlo e metterlo all’opera con altri bambini, coetanei ma anche più grandi e più piccoli, lontani dallo sguardo adulto che osserva, protegge, documenta, ammonisce, consola…