“Mio padre parla cinque lingue, mia madre canta come un fringuello, mia sorella è la regina del pattinaggio e io non so fare niente.

Ma niente di niente,

In ogni caso, questo era quello che pensavo. Fino a questa mattina, quando ho sentito mia sorella che diceva: ‘ Compleanno-mamma-ciccia-pelliccia’. Oh, no! Avrebbe ancora regalato qualcosa di fantastico alla mamma!”

Edith, Eddie per gli amici, ha solo cinque anni e mezzo e una scarsa opinione di sé. Ora si avvicina il compleanno della mamma e lei vorrebbe essere all’altezza di sua sorella maggiore nello sceglierle un regalo altrettanto bello. Ma quella frase sentita così, tutta spizzichi e bocconi, non le è di nessun aiuto. Ciccia? Pelliccia? Che cosa sarà?

Eddie deve superare una prova difficile: trovare un bel regalo per la sua mamma. Come in una fiaba, la piccola Eddie fa il suo percorso di esperienze e, come in una fiaba, nel suo viaggiare riceve, di volta in volta dai suoi amici, oggetti che si rivelano utili per arrivare a una conclusione positiva. Dalla brioche, al bottone di madreperla, al quadrifoglio, al francobollo raro, ogni oggetto trova un suo uso alternativo e un po’ magico. Il meraviglioso, proprio come nelle fiabe.

Come Pippi Calzelunghe, tutta sola in un mondo di grandi, Eddie si mette in gioco e gioca. Gioca soprattutto con il nome del suo oggetto del desiderio: da CICCIAPIUMINO a AMBARABACCICICCIOTTÒ in una serie di varianti belle e sonore. Gioca anche con la sua immaginazione perché anche lei sembra non sapere bene cosa stia cercando.

Effettivamente è irresistibile quel creaturino dai peli ritti e di un rosa indimenticabile. Il CICCIAPELLICCIA sarà molte cose assieme: cuscino, sciarpa, pianta ornamentale, pennello e cappello. Come conferma la gioia della mamma nell’indossarlo prima di uscire.

Edith è un allegra bambina sbilenca con inimitabili calze a righe – ti ricorda qualcuno? – è portatrice di infanzia; di un’ infanzia che sa muoversi nel mondo con la sua inventiva e caparbietà, con il suo sorriso in tasca. Altrettanto meravigliosa è Beatrice Alemagna che in questo albo eccelle nell’uso dello spazio e del colore: il rosa indimenticabile del piumino di Eddie e del Cicciapelliccia risalta per la sua brillantezza proprio in virtù di una paletta di colori piuttosto scuri. Dalle grandi architetture parigine di “Un leone a Parigi” (Donzelli 2009), qui siamo davanti a una panoramica di una piccola città con tanti negozi e botteghe sempre diversi con insegne e vetrine colorate, attraversate da una strada di pavet su cui si segue il lungo percorso della piccola Eddie. Compare qua e là, a interrompere il colore, il collage con la fotografia. Ogni tavola, secondo prospettive anche molto diverse, vicine o lontane, si rivela una festa di dettagli, spesso a matita, che caratterizzano i singoli negozi. Un repertorio sempre un po’ sbilenco di uomini e architetture dentro cui è una gioia andare a curiosare e anche un po’ perdersi.