È un libro di cui non mi è facile scrivere. Vengo subito al punto: trovo Murdo di Alex Cousseau un libro fragile, di quella fragilità che hanno certi bicchieri di cristallo in cui è già presente un’incrinatura. Credo che Murdo sia un libro che vada maneggiato con cura e sul quale occorre appoggiare pensieri equilibrati e sobri.
La fragilità – da non confondersi qui con delicatezza o poeticità ma piuttosto con debolezza – sta nella qualità della sua scrittura che oscilla continuamente – e pericolosamente – tra l’onirico e il lirismo.

facciamo un passo indietro e raccontiamo brevemente l’idea che sostiene questo libro: Murdo è uno yeti e in quanto figura mitologica può esistere soltanto tra le pagine dei libri. Per questo Murdo fa sogni impossibili, il primo dei quali è quello di poter esistere fuori dai libri e vivere su montagne che non siano fatte di carta. E dopo averci raccontato il suo più grande desiderio inizia ad elencarci altri 58 sogni impossibili. I sogni sono numerati e non occupano mai più di una pagina. Murdo scrive in prima persona e si rivolge direttamente al lettore.

Dunque uno Yeti e i suoi sogni.
La domanda potrebbe sembrare banale: con queste premesse chi è il lettore di questo libro. Verrebbe da rispondere chiunque: dal bambino di 4 anni fino al lettore di mezza età (e c’è chi oserebbe anche più in là, ma non è questa la sede per aprire un dibattito sull’ormai consolidata dicitura 0-99). Che il pubblico di Murdo sia così variegato, potrebbe sembrare ad oggi un punto di forza, dato che i libri illustrati davvero trasversali sono a mio parere così pochi, ma questa indefinitezza su chi sia il lettore ci pone davanti ad un problema non da poco nell’editoria contemporanea per bambini e ragazzi: come viene interpretata una scrittura dai contenuti così spiccatamente fanciulleschi quando si tratta di un lettore adulto.

Se questo libro risveglia il tanto custodito e amato bambino interiore, Murdo potrebbe scatenare incontrollati entusiasmi e non di meno, decine di declinazioni laboratoriali in cui si potrebbe continuare, potenzialmente all’infinito, ad immaginare i sogni del nostro Yeti, eroe indiscusso di fantasia, dolcezza e poesia. Se al contrario il bambino interiore è sopito o addirittura sepolto sotto uno sguardo critico e razionale, Murdo potrebbe risultare piuttosto fastidioso e indigesto, se non del tutto incomprensibile.

Pensiamo invece ora al lettore bambino e che quindi non ha bisogno di appellarsi alla propria infanzia (età di cui per fortuna non è davvero consapevole se non come concetto generale) per apprezzare un libro che a rigor di logica troverete per lo più in librerie a lui dedicate: allora, in questo caso, Murdo sarà semplicemente Murdo, cioè resterà esattamente quello che è, ovvero un personaggio di fantasia che può per questo abitare il quotidiano di un bambino, in tutta la sua concretezza, alla stregua di qualsiasi altra creatura invisibile come lupi o fate.

Non è meraviglioso?

Alessia parla di questa raccolta di sogni impossibili durante una diretta che puoi guardare e ascoltare cliccando a questo link

https://www.instagram.com/p/CNDUb4tFVPb/

Ps. E se Murdo sarà per te un libro in cui immergerti di sera in sera, non perderti “Yahho Nippon!” di Eva Offredo, sempre edito da L’Ippocampo che puoi scoprire qui: