Una sera, mentre il leone è in giro,

un bambino curioso si intrufola nella sua camera.

In un angolo c’è un topolino che sonnecchia,

ma sentendolo arrivare scappa via di corsa.

Questo albo delizioso è passato quasi inosservato tra le mani dei lettori, eppure è un albo costruito meravigliosamente bene sia dal punto di vista del testo che delle illustrazioni. Lo comprai due anni fa in fiera a Bologna presso l’editore francese che nel 2014 lo ha dato alle stampe (Albin Michel press) e sono molto felice che la casa editrice Fatatrac lo abbia portato nel 2022 in Italia.

A tre anni il bambino non sa, a livello conscio, cosa sia l’invisibile, ma lo percepisce quotidianamente, proprio vicino alle cose più concrete. La sua fantasia, primo approdo astratto del suo mondo interiore, si sta costruendo attraverso il gioco.
“Se mi nascondo, tu mi trovi?”
“Quanto spazio c’è sotto al letto? E fuori, mentre io mi nascondo, i mobili esistono ancora? Ed esattamente, dove sei tu che, ridendo, mi stai cercando?”
Non sono domande che un bambino di tre anni si pone in modo esplicito e non sono nemmeno domande che saprebbe formulare, e non deve essere l’adulto, a mio avviso, a farle emergere dal fondo. L’adulto può interrogarsi su come la spiritualità e il legame con l’invisibile nasca, ma senza forzare, restando aperto e curioso, può leggere, con semplicità, una storia che è solo una storia, perfino molto divertente come questa, dove il Signor Leone è davvero un Gin, una creatura mitologica, ed indubbiamente il re della sua camera.

Guarda che portamento e che forza nelle gambe e nel gesto! Tutti lo temono e si sono nascosti per lui. Eppure, nella trama di Adrien Parlange, tutti hanno paura di ciò che non vedono, perfino il Leone. Ciò che non si vede è grande, anche se può essere piccolissimo come un topolino. La paura è una delle emozioni più forti che proviamo al cospetto dell’invisibile, ma è proprio la paura il sentimento che più ci radica e ci spinge a guardare nel buio.

Dai due anni. Più che a grande gruppo, sebbene le illustrazioni siano chiare e si distinguano bene anche da lontano, consiglio una lettura condivisa a piccolo gruppo. Già dai tre anni l’albo si presta bene per una lettura in solitaria, a seguito di due o tre letture condivise. Dignitoso fino ai 5 anni, non lo spingerei più in là.