Si sono spenti i lumini sulla prima edizione del Festival della Fiaba e quello che resta è profumo di pioggia, resina e erba falciata.
Sarebbe già sufficiente sapere che la natura che ci ha ospitato per sette giorni sprigiona ancora profumi buoni, che il giardino antico, il cerchio del frutteto, il lago conservano intatta la loro bellezza. E’ il segno che il Festival della Fiaba è passato a piedi di fata sul paesaggio della Fattoria Centofiori e che il suo pubblico ha abitato con gentilezza e cortesia i suoi luoghi.
Non è un risultato da poco sapere che un Festival è riuscito a trasmettere ai suoi ospiti leggerezza, magia e la volontà di preservare ciò che ha fatto nascere in loro tali sentimenti.
E’ successo senza dover spendere parole perché il lavoro di Nicoletta Giberti, Angela Burico, Elena Annovi, Sergio Taddei, Gianluca Bolla e Alberto Nanni ha trasformato la fattoria in un luogo altro, altro dal solito, lontano da ogni stereotipo e vicino al cuore della fiaba intesa come posto privilegiato di ascolto, accoglienza e rispetto.
L’incanto credo sia ciò che più è rimasto negli occhi dei numerosi spettatori che hanno reso questa prima edizione del Festival un successo sperato, ma inaspettato.
Ci sono cose che devono essere ripensate in vista della seconda edizione e per farlo servono fondi e sostegno da parte delle istituzioni, perché è un dato di fatto che questa prima edizione ha visto un collettivo lavorare in gratuità per un intero anno di briciole e riunioni organizzative. Ogni artista ha portato il suo linguaggio poetico basandosi solo sull’incasso della serata, quando non lo ha fatto senza ricevere nulla in cambio.
Sono certa che il tema scelto per il 2015, il male e l’ombra nella fiaba, porterà uno sguardo profondo e rinnovato sul gruppo di lavoro perché laddove si analizza l’ombra arriva la luce.
Il Progetto Briciole riprenderà la sua funzione di preparazione al Festival della Fiaba 2015 con la stessa qualità con cui si è distinto nel corso dell’anno passato.
Radice-Labirinto sarà sede di conferenze, spettacoli, letture e cercherà di approfondire il tema del male nella fiaba con la chiara missione di restituire ai bambini e agli adulti la consapevolezza di una visione d’insieme che tenga conto della luce e dell’ombra, del male e del bene, dell’alto e del basso.
Un tema denso e quanto mai in linea con la poetica della libreria che dalla sua apertura si batte per portare uno sguardo di verità su tutte le tematiche infantili, da quelle più luminose a quelle più oscure, con la certezza che la conoscenza e la consapevolezza possano costruire un futuro migliore.
Il male e l’ombra nella fiaba sono temi difficili e scomodi, che possono dare adito a fraintendimenti importanti; ed è proprio per questo che auguro al nostro collettivo, diretto da Nicoletta Giberti, di dare prova di grande saggezza e lungimiranza per guardare con ancora maggiore forza e coerenza all’edizione dell’anno venturo.
Radice-Labirinto è certa che sarà un viaggio che varrà la pena affrontare, prima di tutto per noi stessi.
Vorrei ringraziare chi con sudore, con mani instancabili e occhi stanchi ha dato tutto se stesso perché il Festival della Fiaba potesse diventare realtà. I sogni si costruiscono anche avvitando lampadine, imbiancando pareti, pulendo bagni, aprendo ombrelli, tirando corde, srotolando cavi… Grazie.
Ora vi lascio con le fotografie di Enrico Maria Bertani che hanno saputo catturare del Festival della Fiaba il suo spirito e la sua luce.