Gli animali sono nelle fiabe misteriose creature, benevole o malvagie, esseri dai poteri straordinari o temibili predatori.

Nelle favole invece gli uomini attribuiscono agli animali vizi e virtù a seconda del rapporto che essi intrattengono con loro: astuta è la volpe e infida, laboriosa la formica, gentile la cicogna, aggressivo e forte il leone. Nel mito poi l’animale è psicopompo, ovvero incarnazione di un dio, creatura trasmutata per gelosia o per amore, capace di sedurre o di condurre nel regno dei morti.

Quante qualità nascondono gli animali e quante storie hanno abitato nel tempo? E oggi?

Da Beatrix Potter in poi, l’animale diventa creatura affabile e vicina al sentire bambino; la sua popolarità e benevolenza cresce in rapporto all’idea d’infanzia sviluppata via via dalla società occidentale borghese. Nella contemporaneità, l’albo illustrato si popola di animali che con sempre maggiore frequenza sostituiscono il bambino nel rappresentare la sua quotidianità, che proprio attraverso gli animali si fa sempre più piccina e rassicurante. Eppure la ferinità in tutte le sue forme ci affascina ancora e conduce inesorabilmente il bambino verso la bocca del lupo. E se l’orso ha perso ormai ogni ferocia, l’animale fiabesco, parlante, ingannatore o divoratore ancora seduce i nostri focolari ricordandoci la parte più istintiva e selvatica della nostra natura umana.

Per ripercorrere la storia degli animali nella letteratura, le favole di Esopo e Fedro sono un ottimo inizio, e questo libro, pubblicato dalla Lapis edizioni con le magnifiche illustrazioni di Attilio, è senza dubbio una partenza ricca di fascino.

e favole non sono affatto cataloghi di destini, ma vademecum molto chiari di comportamenti corretti o scorretti, di cause e di effetti, di contingenze e conseguenze; un recinto appunto che sfida a cercare il proprio spirito, la nostra visione delle cose, un modo, insomma, per renderle vive e non vederle solo come leggi fisse e ineluttabili.
Starete dalla parte del topo o del leone?
Della cicala o della formica?
Della volpe o della cicogna?

Attilio con il suo nitore e la sua forza riesce a condensare quella “E” in ogni animale disegnato sullo sfondo bianco. Sospeso eppure grave, semplice eppure complesso ed espressivo, immediatamente riconoscibile eppure allenatore infinito di immaginazione. Gli animali di Attilio si fissano nella memoria alla stregua dei personaggi delle favole, sono qui – sugli scaffali di Radice-Labirinto – e lì – nella memoria di me bambina che negli anni ‘80 sfogliava lo stesso libro che ora voi potete tenere tra le mani. Sempre fresche, sempre belle, forse un po’ più splendenti sulla pagina bianca opaca, con quel tocco che le dispone nello spazio con un’attenzione alla grafica che risente dell’esperienza editoriale di un mercato che negli ultimi quindici anni ha dato pregio alla letteratura illustrata per bambini e ragazzi.

Settantuno favole, più di cento animali da guardare e riguardare.

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