Il palloncino rosso di Iela Mari è un albo silenzioso che si basa su un gioco di trasformazione.
C’è un bambino nella prima pagina che mastica un chewingum; il chewingum diventa un palloncino, che diventa una mela, che diventa una farfalla, che diventa un fiore, che diventa un ombrello, che ripara il bambino, perché adesso piove.
Cosa aggiungere alla fantasia?
Tutto accade così in fretta nella mente che non vi è tempo per definire, incasellare, catalogare: il tempo di una parola e lo scenario è già cambiato. La chiave di lettura di questo albo che più di altri spaventa l’adulto (e che spesso domanda al libraio: “e quindi cosa gli racconto?”), è nel bambino della prima e ultima pagina, perché tutto inizia e finisce con lui. Il tempo narrativo in questo albo non è quello della realtà, ma quello dell’immaginazione. Il palloncino nasce da un respiro, da un afflato vitale che lo rende il primo oggetto magico nella fantasia in fieri del bambino che lo ha creato (non a caso il palloncino dà il titolo al libro). Il palloncino diventa leggero (farfalla e fiore) e pesante (mela) e infine trova la sua dimensione ideale in un oggetto a metà via tra il cielo e la terra: un ombrello, leggero e pesante al tempo stesso, amico del vento e della pioggia.
L’albo di Iela Mari è un guizzo di fantasia, si gioca tra due attimi di stupore: la bocca spalancata del bambino che dice “OooH!” nella seconda pagina (perché il chewingum è diventato un palloncino che vola via) e la bocca spalancata della penultima pagina che dice “AaaH!” (perché le nuvole hanno portato la pioggia).
Quanto altro testo potremmo aggiungere alla meraviglia? Il bambino non ha bisogno di altro; sfoglierà il libro molte volte, andrà alla ricerca della magia finché non l’avrà riconosciuta in se stesso. Non disturbiamolo.
Un libro silenzioso che, insieme ad altri da me selezionati, commento qui https://www.radicelabirinto.it/un-libro-silenzioso-2/