Una come Peppa Pig #1

pozzanghera peppa pig
Peppa Pig

Può succedere che un cartone animato come Peppa Pig divida il pubblico adulto: ci sono genitori che sostengono le ragioni del successo di questo prodotto televisivo e altri che trovano un simile trionfo assolutamente fuori luogo, detestando anche i più piccoli particolari della vita della maialina più famosa degli ultimi tempi.
Tutte le cose che godono di un’ampia risonanza commerciale incappano in questo destino, perché più una cosa è conosciuta, più ampio sarà il bacino di persone che ne parlano e ne discutono facendo circolare le loro opinioni in merito anche in quei settori che, diversamente, non si sarebbero mai occupati del tema in questione.
Di Peppa Pig se ne parla in pasticceria, negli atrii dei nidi e delle scuole dell’infanzia, nei negozi di scarpe, alle feste di compleanno, alle sagre di paese; ne parli se piove, se stai facendo un pic-nic, se sei un appassionato di paleontologia, se devi lavare la macchina.
E ovviamente se ne discute in libreria, soprattutto dopo il Salone del libro di Torino.

Ecco infatti cosa scrive Silvia Truzzi sul “Fatto quotidiano”:

I ragazzi salvano gli editori. La notizia arriva dal Salone del libro di Torino dove l’Associazione italiana editori (Aie) ha presentato un’indagine della società Nielsen.(…)
Piccoli lettori oggi, lettori forti domani. Il fatto che il settore dei libri per ragazzi sia in crescita è una buona notizia in una prospettiva di lungo periodo: i piccoli lettori di oggi saranno più facilmente i lettori forti di domani. In particolare, è la fascia dei più piccoli, quella da zero a cinque anni, a far crescere il segmento. Un grande contribuito l’ha dato il successo della serie di “Peppa pig” (Giunti), la maialina diventata una beniamina dei piccolissimi e i cui libri non schiodano dalle classifiche da mesi.

Crediamo dunque che l’argomento “Peppa Pig” meriti un approfondimento.

Peppa Pig in bici
Peppa Pig in bici

Essendo Peppa Pig prima di tutto un personaggio televisivo, credo che l’analisi debba partire dalla sua immagine. Si può definire naif, ovvero ingenuo, lo stile di questo cartone animato e potremmo usare lo stesso aggettivo per contraddistingue la maggior parte della produzione artistica dei bambini di età prescolare. Le linee sono pulite, la scala cromatica prevede poche variazioni di tono, i colori sono netti, senza sfumature e la loro gamma è limitata come i pennarelli che si trovano nel primo astuccio delle elementari; i volumi sono quasi sempre assenti così come il gioco prospettico, e anche se i personaggi e le cose proiettano la loro ombra sul prato e sul pavimento, tutto si basa sulla bidimensionalità tipica del foglio da disegno.

Una collina disegnata da una giovanissima Alessia (io!)
Una collina disegnata da una giovanissima Alessia (io!)

 

Un altro elemento significativo che ben rappresenta la visione di un bambino sono le colline ripidissime, alle sommità delle quali sono state costruite le case dei personaggi. Al pari delle case con il tetto rosso posizionate sulla riga verde del prato, le colline così disegnate costituiscono uno dei tratti distintivi della grafica infantile; esse rappresentano, più che lo specchio della realtà, un mondo ideale nel quale tutte le cose hanno un posto preciso e molto definito, dove la tassonomia compiuta sul reale aderisce ad un modello semplice e lineare nel quale le montagne sono occupate da una singola casa sulla quale si può vivere vicino al sole e dove la macchina parcheggiata, sfidando le regole della fisica, non scivola giù.

Questo tipo di immagine non è nuova nella storia della letteratura per infanzia italiana: un altro personaggio che ha riscosso e continua a riscuotere un successo simile a quello di Peppa Pig e che ne condivide alcuni presupposti teorici, è “La Pimpa” di Altan.

La Pimpa di Altan
La Pimpa di Altan

Anche sulla Pimpa è stata creata una serie televisiva che trova molto consenso tra i più piccini perché questa cagnolina riesce a comunicare attraverso un linguaggio sia grafico che verbale molto semplice. Lo scenario in cui si muove è composto da linee morbide e da colori brillanti, non ha ombre riportate ed è caratterizzato da una bidimensionalità che diventa parte integrante della poetica espressa dell’autore: il pensiero di Altan è infatti quello di tradurre, attraverso il segno grafico, il mondo visto da un bambino, dove tutto è pervaso da un animismo magico che permette ad armadi, sassi, sveglie, funghi e uccellini di parlare e raccontare le loro piccole storie quotidiane. A livello semantico la Pimpa si rivolge ad un pubblico di bambini più piccoli e quindi abbraccia un bacino di utenza più ristretto rispetto a quello di Peppa Pig che vede bambini anche di quattro o cinque anni incollati davanti al televisore a guardare i suoi episodi. Questo perché le tematiche affrontate dalla maialina e dalla sua famiglia sono sicuramente più coerenti con la realtà di uno spettatore della scuola dell’infanzia, mentre l’animismo incantato della Pimpa trova più consonanza con i bambini del nido, così come i corti di animazioni di Pingu, Pocoyo o i Teletubbies.

egizio profiloTornando all’immaginario di Peppa Pig possiamo aggiungere che Neville Astley e Mark Baker, autori e disegnatori di Peppa Pig, hanno ulteriormente forzato la prospettiva ingenua del disegno infantile introducendo un elemento che caratterizza fortemente l’immagine non solo della maialina, ma anche di tutti i personaggi della serie: il profilo di tipo egizio, cioè quello in cui il volto è disegnato di lato, ma il corpo e l’occhio del personaggio ci si presentano di fronte.Se chiedete ad un bambino di tre anni di disegnare la sua mamma di profilo il risultato sarà più o meno lo stesso, con la differenza che entrambi gli occhi, come in Peppa Pig, saranno posizionati sul volto. Il profilo egizio non è definibile semplicemente come un’ingenuità, esso esprime una forza, descrive l’azione e al contempo la stasi, ci pone davanti alla potenza dello sguardo del Guernica di Picassopersonaggio dipinto e ci dà un’impressione di dinamismo percettivo che colloca il soggetto nel tempo presente e contemporaneamente ce lo fa immaginare nell’attimo successivo. Nella storia dell’arte moderna il profilo egizio è stato reinterpretato da Picasso che, nel suo imponente dipinto Guernica, lo utilizza per esprimere l’orrore della guerra: quasi tutti i soggetti dipinti, siano essi persone o animali, hanno gli occhi sbarrati e rivolti verso lo spettatore e, pur essendo di lato, ci trafiggono con uno sguardo a cui non possiamo sfuggire e dal quale sembra impossibile sottrarsi.

Non vogliamo certamente paragonare lo sguardo di Peppa Pig a quello dei personaggi degli affreschi egizi o addirittura al genio rivoluzionario di Picasso, ma vorremmo sottolineare il fatto che, sovente, dietro ad un prodotto di successo vi sono studi e riferimenti colti. La semplicità che riesce ad arrivare ad un bambino non è mai approssimativa; la sintesi espressiva come quella che contraddistingue la Pimpa di Altan e Peppa Pig è frutto di una ricerca ed è portatrice di un messaggio preciso, esprime cioè una poetica, una visione del mondo. Se tutte le cose semplici fossero altrettanto efficaci tutti i personaggi animati che compaiono nei cartoni o nelle pubblicità dovrebbero avere lo stesso successo mediatico. Certamente Peppa Pig, andando in onda così di frequente sulla rete che ne ha acquistato i diritti, gode dei vantaggi che una simile ripetizione necessariamente produce, così come la serie dei Barbapapà.

Parlando con diversi giocattolai della zona sulle vendite relative ai pupazzi di Peppa pig, ho potuto constatare tutta la forza sottesa nella grafica del cartone animato. I bambini non acquistano volentieri il pupazzo di Peppa Pig in quanto appare loro come un'altro personaggio. In effetti se osserviamo la maialina in tre dimensioni ci sembra completamente diversa: la bidimensionalità e in special modo il profilo "picassiano"ci trasmettono un carattere, una fisiognomica dei sentimenti.
Parlando con diversi giocattolai della zona sulle vendite relative ai pupazzi di Peppa pig, ho potuto constatare tutta la forza sottesa nella grafica del cartone  animato. I bambini non acquistano volentieri il pupazzo di Peppa Pig in quanto appare loro come un’altro personaggio. In effetti se osserviamo la maialina in tre dimensioni ci sembra completamente diversa: la bidimensionalità e in special modo il profilo “picassiano”ci trasmettono un carattere, una fisiognomica dei sentimenti.

Il commercio poi si mette in moto e amplifica ulteriormente questo fenomeno creando però anche quell’effetto di rigetto che molti genitori hanno sviluppato nei confronti del personaggio. Chiediamoci tuttavia perché è stato scelto di lanciare proprio la serie di Peppa Pig e non, per esempio, quella di “Charlie e Lola”, dell’illustratrice Lauren Child, che pure in Inghilterra ha avuto uno straordinario successo.

Prima di tutto Charlie e Lola mettono in campo delle dinamiche relazionali più simili a quelle del mondo anglosassone e nordeuropeo. I due fratellini vengono spesso lasciati a casa da soli, o meglio, i loro genitori (anche graficamente assenti) sembrano non interferire troppo in una dimensione infantile che preserva così tutto il suo potere onirico; i giochi ed i passatempi di Charlie e Lola (e quindi gli spunti per sviluppare la trama di ogni episodio) partono quasi sempre dall’inventiva, da un pensiero divergente che trova nella creatività la soluzione a piccoli problemi quotidiani. Il segno grafico che spazia dal collage al linguaggio fotografico, traduce questa forza immaginativa restituendoci un’illustrazione ricca, originale e assolutamente contemporanea di cui, probabilmente (e lo dico con grande rammarico), il pubblico italiano fatica a riconoscerne il valore definendola “difficile”.

Ecco allora che Peppa Pig, inserendosi in una tradizione consolidata grazie ad illustrazioni come quelle della Pimpa, ma anche, per esempio, a quelle di Nicoletta Costa, ci riporta un linguaggio visivo e narrativo comprensibile.

Nicoletta Costa
Nicoletta Costa

Infatti pur non accorgendocene, le immagini, allo stesso modo del linguaggio verbale, si sedimentano in noi decretando i parametri con cui giudicheremo e assimileremo le immagini future, creando una sorta di vocabolario visivo che ci permette di leggere la realtà, ma che a volte ci impedisce di avvicinarci al nuovo.
Peppa Pig da questo punto di vista è consolante, prevedibile e di facile lettura, ma c’è di più, perché questa maialina, per quanto inglese, ci descrive situazioni quotidiane già più simili a quelle delle famiglie italiane.

Nella prossima parte parleremo quindi dell’ambito semantico. Clicca qui per leggere il post.

9 pensieri su “Una come Peppa Pig #1

  1. Ma vedi tu che io invece l’ho sempre snobbata ‘sta maialina! Mio figlio a 18 mesi la tv non l’ha ancora mai vista, non manifesta troppo interesse x i cartoni e io non l’ho mai incoraggiato…. Avrò fatto male?

  2. Che bello che hai trattato questo argomento. L’analisi della riuscita del cartone da un punto di vista della rappresentazione grafica mi sembra molto interessante. Aspetto la seconda parte, Peppa Pig è un cartone sul quale avrei molto da dire da un punto di vista educativo, ma attendo la vostra analisi!

  3. Questo cartone è amato dai bambini di 4-5 anni (come detto nell’ articolo), ma vedo che anche numerosi ragazzi di 9,10 e anche 11 anni lo seguono con interesse. Intere classi di quinta elementare parlano di questo cartone durante la ricreazione !

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