Io sono la mela

Io sono la mela. Una storia di Saffo

di Beatrice Masini, illustrato di Pia Valentinis, edito da RueBallu

La scrittura di Beatrice Masini gode di una grazia particolare; specie quando scrive di altre donne, ha il dono di attraversare il tempo, fino a penetrare nelle ore e perfino nei minuti che scandiscono la vita e i gesti del quotidiano. E di più: sa farsi così sottile e acuta da farvi sentire il tessuto delle cose, e ben oltre: dei pensieri. Sembra che abbia conoscenza dei singoli battiti del cuore di una persona e leggendola, si ha l’impressione che sappia mantenere il riserbo su altre cose che è bene non dire perché troppo intime, troppo segrete.

La sua scrittura è veloce, fatta di periodi brevi che lasciano in bocca un sapore e negli occhi immagini vivide. È anche un periodare sonoro: tante sono le voci che vi parrà di udire, o i suoni che vi sembrerà possano provenire dalla stanza accanto e invece sono solo lì, sulla pagina. Sono suoni come il rumore di stoviglie o di passi, o la melodia di una lira appena pizzicata da una ragazza, Saffo, che studia una nuova canzone.

Leggere Beatrice Masini è ascoltare contemporaneamente ciò che sta fuori e dentro la storia che lei desidera raccontarvi. È cucire insieme il vero e la fantasia, per ritrovarvi infine ad avere in tasca una galleria di ricordi così vividi e veri che se sono o meno appartenuti a Saffo, non vi importerà davvero: adesso sono vostri quanto suoi. Ve la figurerete, anzi, ve la ricorderete per sempre così.

E credo sia il ricordo la poetica, e insieme il fine, sottesi a questa bella collana di rueBallu che da ormai otto anni ci racconta la vita di uomini e donne che hanno reso memorabile la storia delle arti umane. Far sì che le loro vite, raccontate per frammenti e per suggestioni, diventino nella mente dei giovani lettori, e non solo, ricordi a cui poter fare appello. Non sappiamo mai quando un ricordo ci tornerà utile o quando affiorerà all’improvviso in modo del tutto inaspettato; possiamo solo sperare che resti, che abbia la possibilità di attraversarci per renderci più attenti a ciò che accade o stiamo vivendo. A questo in fondo serve la memoria: ad espandere la nostra coscienza.

Allora sarà bene che la vita di Saffo sia per voi una mela che da oggi desidererete cogliere. Sappiate anche che tutti i libri di questa collana, si gustano in un morso: i capitoli sono brevi, il carattere tipografico chiaro e arioso, le illustrazioni di Pia Valentinis che fanno da corredo al testo, sono fresche e luminose. Un libro prezioso anche da regalare ad una giovane lettrice di terza o quarta elementare che potrà respirare il mare dell’antica Grecia e sentire dentro di sè il richiamo di un femminile forte e intelligente che per secoli ha cercato la sua voce.

La voce di Saffo ha trovato la poesia e ha saputo giungere fino a noi attraversando le stanze fresche e buie riservate alle donne, i cortili ombreggiati da ulivi e melograni, passando poi per biblioteche e antichi sarcofagi egizi – e addirittura per la pancia di un coccodrillo (ma questo lo scoprirete solo leggendo il libro). Una voce che ha fatto tesoro del poco che una donna possedeva – due o tre oggetti, qualche vestito e qualche gioiello – per  scoprire la ricchezza e l’abbondanza del pensiero e delle parole.

Beatrice Masini vi farà soffermare su tutto ciò che è minuto e tende quindi a sfuggire dallo sguardo del biografo; ma una scrittrice che rende omaggio ad un’altra scrittrice usando l’immaginazione come unica lente d’ingrandimento – perché così poco sappiamo della vita di Saffo, diventa sensibile anche alla polvere che lieve si posa sul braciere in disuso nei mesi estivi, alle pieghe intorno alla bocca della balia, ai cocci dei vasi di terracotta su cui si possono scrivere versi.

L’ultimo capitolo dal titolo “Tra verità e libertà” è un’interessante, e a tratti commovente, lettura. Vi racconta di come questa storia di Saffo sia stata scritta e immaginata riempiendo, con discrezione e tatto, i tanti spazi vuoti che i pochi frammenti arrivati fino a noi ci lasciano della vita di questa poeta. Gli spazi vuoti sono invero rimasti, e la stessa Beatrice Masini ha voluto preservarli perché mai è possibile dire tutto di una persona, anche di quella che ci sembra di conoscere meglio.

Ecco, penso che stia proprio negli spazi vuoti di questa biografia la grandezza della scrittura di Beatrice Masini: sono spazi aperti che invitano al respiro e permettono alla luce di creare ombre sulla tela bianca, proprio come le foglie ricamano il volto di Saffo nella bella copertina di Pia Valentinis. Siamo esseri umani sfumati, abitati dal mistero e a volte dall’arte. Siamo una mela, “alta sul ramo/ scordata dai raccoglitori/no, non scordata: irraggiungibile”.

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