Lindbergh – L’avventurosa storia del topo che sorvolò l’oceano – Libro illustrato

Prima di dormire, sdraiati uno accanto all’altro nel letto, ci guardiamo negli occhi, valutiamo la stanchezza reciproca e cominciamo a dare i numeri:

4.
No 12!
12? No no 5!
No! così…1,2,3,4,5,6,7…8! 8!
Va bene, 8. Ma non una di più, d’accordo?
D’accordo.

copertinaDa quanto tempo non mi capitava con un albo illustrato di dover fare a gara con mio figlio sul numero di pagine da leggere!
Finalmente una storia (e una storia illustrata per di più!), di quelle che non smetteresti mai di leggere e guardare, dove lo sguardo si perde tra i dettagli, dove le parole sono eleganti senza essere pesanti, dove l’immaginazione prende fiato ad ogni pagina.
La storia del topolino che con il suo monomotore sorvola l’oceano Atlantico per raggiungere l’America è scritta e illustrata da Torben Kuhlmann; Lindbergh è il suo primo albo illustrato nonché la sua tesi di laurea presso l’università HAW di Amburgo dove ha studiato disegno artistico e pubblicitario.
Pubblicato in Italia dalla casa editrice Orecchio Acerbo, questo libro credo sia destinato, come il suo piccolo protagonista, a grandi imprese: la prima è certamente quella di riportare in auge le storie lunghe negli albi illustrati; la seconda è di dare spazio ad un’illustrazione d’autore dal sapore antico, quella che mostra senza remore la sapienza della mano, il talento dell’inquadratura e l’abilità nel mischiare colori e pigmenti. Azzardo e scrivo (a costo di sembrare una di quelle vecchiette che si lamentano che non non esiste più la mezza stagione) che Torben Kuhlmann ci mostra un’illustrazione tradizionale, capace di stare dentro alla contemporaneità grazie a prospettive sorprendenti, ombreggiature di stampo cinematografico e personaggi del tutto credibili.

Il tratto di Kuhlmann, i suoi colori e l’amore per i dettagli (per quanto ci troviamo in un immaginario completamente differente) possono ricordare quelli di un altro grande illustratore amante delle storie e della letteratura di viaggio, Shaun Tan.
Molte illustrazioni di Lindbergh, sia nella composizione a quadri di alcune tavole sia in certe vedute aeree, ricordano “L’approdo” di Shaun Tan, purtroppo andato esaurito nel catalogo e/o.


Ho letto questi due libri a mio figlio a pochi giorni di distanza l’uno dall’altro, e sono rimasta sorpresa da molte delle sue domande.

“Mamma, ma qui adesso arriva un topolino?”
“Questo mondo è strano (riferito all’approdo), non come quello là (Lindbergh), ci assomiglia però un pochino, vero?”
“Qui (l’approdo) le persone sembrano dei topolini, però non ci sono le trappole.”

In nessun modo ho sollecitato queste riflessioni, eppure le atmosfere, le luci, il senso della storia, la ricerca di un posto migliore e la scoperta di un nuovo mondo dialogano così bene tra questi due albi, che il confronto risulta molto interessante per un bambino.

Quel che è certo, sia che troviate il paragone appena citato opportuno o meno, è che Lindbergh di Torben Kuhlmann può essere definito un piccolo capolavoro.
A volte quando con mio figlio contrattiamo il numero delle pagine, mi dico che poi in fondo, se non sarò troppo stanca, mi piacerebbe arrivare ancora una volta fino alla fine del libro. E così accade quasi sempre.
Tuttavia l’idea di fermarsi ad un capitolo e riprendere il racconto la sera successiva è una procedura che trovo non solo stimolante, ma ricca di vantaggi. In primo luogo l’attesa aumenta il piacere della lettura, sollecita la memoria ad immagazzinare meglio le informazioni, sia visive che uditive, sostiene l’immaginazione e porta il bambino a formulare ipotesi; in secondo luogo dilata il tempo della storia, non solo perché si impiegherà più tempo a finire un libro, ma perché il racconto si insinuerà dolce in altri momenti della giornata: verrà a consolare una giornata di pioggia, sorprenderà il bambino mentre sta giocando, aumenterà la sua percezione delle cose se guarderà fuori dalla finestra. Le storie belle hanno un potere straordinario.
Inoltre la lettura a capitoli di un albo illustrato (i capitoli sono stati bene definiti da Kuhlmann stesso, con piccoli titoli introduttivi) fatta in tenera età, avvince il bambino e instilla in lui l’amore per il romanzo.

Non vi voglio svelare molto della storia contenuta in questo magnifico albo, ma sappiate che vi ritroverete dentro ad un’avventura dal finale poetico e sorprendente. Torben Kuhlmann, nella bella traduzione di Damiano Abeni e Moira Egan, usa un lessico forbito, adatto al tenore della storia: troverete parole come marchingegno, scavezzacollo, ramazza, tenebra, prototipo, ingranaggi, cianfrusaglie, velivolo, comignoli, cloche, tepore, spossatezza.
Sono occasioni da non lasciarsi sfuggire quelle in cui un bambino vi chiede “cosa vuol dire?”.
Ricordo che mio padre mi faceva sottolineare le parole che non conoscevo nei libri che leggevo e poi insieme si giocava “al vocabolario”. Di recente mi è capitato di fare un tuffo nel passato sfogliando qualche libro dalla mia libreria domestica. Ho riletto, dopo molti anni, “Il Kalevala, Finlandia terra d’eroi” di Elena Primicerio edito da Giunti, Bemporad-Marzocco, nella ristampa del 1973: avevo sei anni e non avete idea di quante parole avessi sottolineato! Alcune come “particolarmente” e “animo” mi hanno fatto molto sorridere, e commuovendomi un po’ ho pensato a quanta strada fanno le parole dentro di noi prima di poterle usare con disinvoltura, prima di metterle insieme in una storia.
Quanto dunque è importante leggere ai nostri figli fin da piccoli, quanta meraviglia e bellezza è racchiusa in una prosa fluente, armonica e ricca!

Ecco, Lindbergh è un’occasione da non perdere, un viaggio nell’illustrazione, nella parola, nel tempo, nel cuore pulsante delle storie.
Si legge nella quarta di copertina “…una storia per chi sogna di volare alto”, noi auguriamo a questo libro di planare in ogni vostra libreria.

Un pensiero su “Lindbergh – L’avventurosa storia del topo che sorvolò l’oceano – Libro illustrato

  1. mi è appena arrivato fresco fresco di stampa, me lo sono annusato ben bene perché, come dici tu, trovare un albo illustrato “voluminoso” non è cosa da tutti i giorni. Poi lo apri e vieni proiettato direttamente negli anni ’20 in meno di un batter di ciglia, un po’ per i colori e le illustrazioni, un po’ per i paesaggi e le prospettive. Lo definirei un albo per piccoli sognatori e inventori…

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