Mille e poi mille giocattoli

La nostra libreria ha due anime: l’anima-radice che ha nel libro la sua casa e l’anima-labirinto che vive nel giocattolo di qualità.
All’apertura del blog abbiamo dedicato tre lunghi articoli al giocattolo (Sul giocattolo #1, Sul giocattolo #2 e Il giocattolo educativo); in seguito abbiamo analizzato due giocattoli da noi molto amati (L’albero sonoro e Le piste per le biglie Kaden), per approdare oggi, a poco più di un mese da Natale, ad una riflessione più generica che verte su quale debba essere la quantità di giocattoli a disposizione di un bambino.

Mille giocattoli- Radice-Labirinto
Il mercatino di Peter Pan

Questo articolo ha iniziato a prendere forma una domenica mattina durante la quale, con mio figlio, mi sono recata in libreria per sbrigare alcune faccende. Mi sono sorpresa di trovare, in un giorno festivo, il parcheggio del carico merci già occupato da un piccolo furgone, ma poiché avevo anche io urgenza di scaricare dalla macchina parecchie cose, ho inserito le quattro frecce e mi sono fermata lì vicino; ho così potuto notare che dal furgone una famiglia molto indaffarata faceva uscire parecchie scatole stracolme di giocattoli dall’aspetto un po’ ammaccato e logoro.
Avvicinandomi poi alla libreria mi sono accorta che tutto il portico, il corso e la piazza erano occupati da numerosi tavoli affollati da una quantità sbalorditiva di giocattoli. Da un manifesto appeso ad una colonna ho appreso che si stava svolgendo “Il mercatino di Peter Pan”, un’iniziativa del comune di Carpi in cui i bambini possono vendere e scambiare giocattoli dismessi.

Mio figlio non sembrava particolarmente interessato e senza batter ciglio mi ha seguito in libreria dove mi ha chiesto di leggergli, come al solito, tutti gli albi che gli capitavano sottomano. Dopo la lettura di qualche libro l’ho invitato ad esplorare la piazza e a riferirmi, in seguito, se aveva visto qualcosa di interessante, nel frattempo io avrei sistemato la libreria. Mentre spostavo mobili e riordinavo i libri mi interrogavo sul nome di questo mercatino: perché mai era stato tirato in ballo Peter Pan? Molto probabilmente il titolo dell’iniziativa era stato dato in modo del tutto casuale, affibbiando a un dei personaggi di fantasia più famosi il ruolo di custode dell’evento. Tuttavia c’era, a mio avviso, in questo binomio “giocattoli usati-Peter Pan” qualcosa di dissonante e un po’ inquietante: un bambino che non vuole crescere circondato da una valanga di giocattoli usati. Non trovate sia addirittura un po’ macabro e un inizio perfetto per un film dell’orrore?

Mio figlio nel frattempo era tornato dalla sua missione con aria piuttosto sconsolata. “Niente di bello?” chiedo “Eh…Non saprei” risponde (ultimamente ha preso confidenza con il condizionale). Mi domando come un bambino di tre anni e mezzo che non è vissuto in un mondo parallelo (benché abbia due genitori librai), possa tornare da un mercatino di giocattoli senza nemmeno un desiderio. Finisco le faccende in libreria e nonostante la mia macchina mi lampeggi con le sue quattro frecce al di là della vetrina, chiedo a Giulio se vuole rifare il giro della piazza insieme a me. Lui accetta di buon grado.
Il paesaggio che ci troviamo ad attraversare ha un che di apocalittico. Si affaccia alla mia immaginazione Leonia, una delle città invisibili di Calvino.

mille giocattoli- Leonia 3- Radice-Labirinto
Leonia

Un mare di ciarpame scivola da ogni banchetto e invade la piazza. I giocattoli di ciascun tavolo si mischiano a quelli del vicino ricoprendo ogni centimetro a disposizione. Uno o più bambini insieme ad un genitore presiedono il loro regno di cianfrusaglie: “Il mio regno per un euro! Il mio regno per un euro!” sembrano tutti gridare.
I cartelli scritti a mano con un pennarello sbiadito invitano i bambini che navigano in questo mare sconfinato ad approfittare di offerte irripetibili. Si vedono i proprietari di banchetti adiacenti fare affari scambiandosi giocattoli usati.
La cosa sorprendente è che i bambini dietro ai banchi non hanno più di dieci anni d’età, e molti di loro ne dimostrano addirittura sei o sette. Quindi ti chiedi: non giocano più? Oppure: come faceva la loro casa a contenere così tanti giocattoli? E se giocano ancora quanto altro ciarpame popola le loro camere da letto?

“Il pattume di Leonia a poco a poco invaderebbe il mondo, se sullo sterminato immondezzaio non stessero premendo, aldilà dell’estremo crinale, immondezzai di altre città, che anch’esse respingono lontano da sé montagne di rifiuti. Forse il mondo intero, oltre i confini di Leonia, è ricoperto da crateri di spazzatura, ognuno con al centro una metropoli in eruzione ininterrotta.”

Mille giocattoli- Leonia 2- Radice-labirinto
La città di Tetrapak

Bambole, macchinine, peluche, giochi da tavolo (alcuni corredati da enormi plance di gioco), travestimenti di nylon, piccoli gadget trovati in qualche confezione di patatine o merendine, tricicli, macchine elettriche… Ogni cosa è fatta di plastica e ha un odore caratteristico: un aroma di vaniglia e cocco esala dalle bambole, polvere dai pupazzi, petrolio dai vestiti di uomini ragno o principesse, vernice dalle automobiline, sale e aromi dai gadget.
Forse il fatto di avere così tanti giocattoli vicini, fuori dalle loro confezioni, aumenta la nostra sensibilità verso quei piccoli espedienti di vendita che fanno capo, per esempio, alla psicologia olfattiva; quello che è certo è che l’aria è come sintetica.
Giulio non riesce a focalizzare l’attenzione su nulla di preciso, troppi colori, troppe cose intorno a lui. Io ne approfitto per fare qualche riflessione a voce alta, gli ricordo passeggiando i giocattoli che ha a casa e gli parlo del potere dell’immaginazione, di quanto sia importante che il giocattolo sia il mezzo e non il fine. Uso parole semplici, ma non lesino sui concetti profondi che mi stanno a cuore e che vorrei potergli passare. Gli parlo limitando il più possibile il giudizio e gli pongo delle domande. Quali sono i tuoi giocattoli preferiti? Ti piace vivere delle avventure? Quando giochi con la tua cucina quali piatti preferisci preparare? Cosa usi? Mi inviti al tuo prossimo pic-nic?

Su alcuni banchetti ci sono dei libri, le case editrici sono sempre le stesse: Dami, Edizioni del borgo, Edicart. Come possiamo meravigliarci che un bambino non conservi nella sua libreria libri di tal fatta? Le illustrazioni sono dozzinali, i contenuti poco interessanti. Ci stupiamo forse che i libri tattili o sonori siano qui trattati come giocattoli? Come potrebbe essere diversamente?

porta dell'immaginazione
I libri aprono la porta dell’immaginazione

Un libro è una porta sul mondo e se l’autore non ci fornisce la chiave giusta per entrare, quel mondo non ci si spalancherà mai, e tra la spazzatura dei giocattoli il libro troverà posto come un oggetto non più di carta, ma di plastica. Finzione non è sinonimo, in letteratura, di qualcosa di finto e l’immaginazione non è una bugia.
Una volta i giocattoli si conservavano gelosamente e si tramandavano di generazione in generazione come una storia. Invece il mercatino di Peter Pan ci dice che i giocattoli hanno una vita breve, che bisogna usare e gettare per poi ricomprare ancora.

Mi chiedo come potremmo voler coltivare la nostra eterna fanciullezza (non giovinezza, attenzione!), ricoprendo la nostra capacità di creare e immaginare con giocattoli e libri di questo genere. Rimango certamente convinta che il giocattolo in plastica non debba essere demonizzato, perché in alcuni frangenti può svolgere per un bambino una funzione sociale molto importante (si vedano i miei precedenti articoli), a patto però che venga proposto nella giusta misura. Quella domenica mattina in piazza, ahimè, non ho visto proporzione tra bambino e giocattolo e tra giocattolo e immaginazione.

Illustrazione di  Shaun Tan
Illustrazione di Shaun Tan

Il mio pensiero è che nulla debba essere allontanato da un bambino per partito preso; diventare degli estremisti del giocattolo biologico o di qualità non serve a molto se non siamo stati in grado di costruire, nei nostri figli, un senso critico capace di fornire loro gli strumenti necessari per poter scegliere autonomamente ciò che è utile e bello da ciò che non lo è.

Come fare allora? Clicca qui per leggere il nostro decalogo di consigli pratici.

 

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