Il ripostiglio – Albo narrativo

Quanto abbiamo bisogno di storie?

Possiamo rispondere a questa domanda leggendo “Il ripostiglio” di Saki (1870 -1916), edito da Orecchioacerbo con le illustrazioni di Cinzia Ghigliano.

Il ripostiglio - copertina
Il ripostiglio – copertina

Le storie ben costruite sono un miracolo che si svela pagina dopo pagina.

Sono delle scatole che contengono altre scatole che si aprono via via sotto lo sguardo sempre più attento del lettore. Le buone storie sono marchingegni perfetti che ti sorprendono anche ad un passo dal finale perché ribaltano quello in cui, fino a qualche secondo prima, avevi creduto potesse accadere.
Che belle le storie ingannatrici! Sono le uniche che fanno a brandelli ogni intento pedagogico per portarti solo piacere e puro godimento. E se anche poi la morale e il messaggio si possono trovare (specialmente in Saki che sta così platealmente dalla parte dei bambini) non importa davvero, perché quello che resta è la piacevole sensazione di aver succhiato un bastoncino di zucchero… in un luogo proibito.

Prima scatola.
Tutto ha inizio con una rana, una rana in una tazza di latte.

Seconda scatola.
Nicholas ha una zia, una zia arcigna e biliosa che Cinzia Ghigliano rende ancora più sgradevole e odiosa: faccia lunga, occhiali sulla punta del naso, pelle emaciata e una perenne espressione di disgusto tipica di chi soffre di fegato. Questa zia – in verità la zia del cugino che non si sa come né perché si è messa in testa di essere anche la zia di Nicholas – per via della rana punisce il presunto nipote impedendogli di andare in gita alla spiaggia di Jagborough con il fratello e i cugini.

Terza scatola.
Nicholas non sembra particolarmente addolorato della punizione, forse ha ben altro in mente; o forse non sapeva ancora di poter mettere in atto, proprio oggi, un piano che architettava da tempo e per il quale si è perfino esercitato, finché la zia, senza apparente ragione, gli impedisce di entrare nell’orto a mangiare l’uva spina.

Quarta scatola.
Uva spina? E perché mai? In ogni caso adesso la zia è davvero convinta – avendo proibito a Nicholas di entrare nell’orto – che quella piccola peste farà di tutto per sgattaiolare tra i carciofi e i cespugli di bacche e accaparrarsi i frutti proibiti; così si mette di guardia fingendo di fare giardinaggio.

Quinta scatola.
Far credere alla zia che le sue preoccupazioni siano reali è un gioco da ragazzi; la zia non si schioderà dal giardino per un po’ e Nicholas può così tentare la sua furfanteria: entrare nel ripostiglio proibito.

Vi ho già conquistati?

Il ripostiglio - Illustrazioni di Cinzia Ghigliano - particolare
Il ripostiglio – Illustrazioni di Cinzia Ghigliano – particolare

Bene, perché ci sono anche la sesta e la settima scatola ancora da aprire, oltre ad una porta chiusa a chiave dietro alla quale si celano meraviglie. E c’è anche da scoprire la cosa che più ho amato di questo racconto magistrale: un piccolo arazzo dipinto dentro cui l’immaginazione di Nicholas può trovare spazio e agio, specie se a darle voce è la penna di Saki. I fili di tessuto disegnano su un parafuoco una scena di caccia: un uomo vestito sontuosamente, con due cani al seguito, insegue con arco e frecce un cervo dai palchi sinuosi. Ma tra i rami della foresta si nascondono dei lupi. Nicholas è certo di vederli e sa che il cacciatore potrebbe essere per questo in serio pericolo. Ma il cacciatore li ha visti, sa della loro presenza? E voi, miei cari lettori, li vedete? Cinzia Ghigliano sicuramente sì perché, con un colpo da maestro, li ha dipinti con i colori più speciali della sua tavolozza, ovvero quelli che li rendono invisibili a coloro che non credono ai bambini.

Nicholas guarda l'arazzo - Cinzia Ghigliano
Nicholas guarda l’arazzo – Cinzia Ghigliano

Ed è proprio qui che Il Narratore, ovvero Saki, rivela il suo segreto dire: nel tacere ottuso e permaloso degli adulti, nell’austerità di chi proibisce senza ascoltare ragioni, nella caparbietà di chi cuce meticolosamente un mondo a misura e non si accorge da quanti strappi entri la luce, in quel silenzio, i bambini di Saki continuano ad immaginare storie.
E che storie! E poi basta dare loro un libro, magari un libro con meravigliose illustrazioni di uccelli per mettere in moto la fantasia, per accendere la curiosità.

Tenendo tra le mani questo libro si avverte una continuità ideale con la piccola collana “Pulci all’orecchio” uscita per Orecchioacerbo nella primavera del 2016. La sensazione è stata probabilmente suscitata dalla prosa ricca e forbita di Saki che certamente richiama altri tempi e altri libri per ragazzi, dalla scelta dell’illustratrice e dall’impostazione grafica data al testo. Ho apprezzato la giustificazione del testo, così compatta al centro della pagina con quei deliziosi florilegi rossi che intervallano i periodi e aiutano a rendere più espressiva la lettura ad alta voce sottolineando idealmente, come su un pentagramma musicale, pause più marcate.

Le illustrazioni di Cinzia Ghigliano sono quadri: pastose, ricche, piene.

La immagini sono per lo più didascaliche rispetto alle scene raccontate nel testo, ma nonostante alcuni clichè (penso a certe pose di Nicholas e in particolare a quella in cui è appoggiato al muro di cinta dell’orto) risultano interessanti per il taglio dato alle inquadrature – che ricordano gli interni di Carl Larsson -, e per le espressioni quasi caricaturali dei protagonisti – che richiamano invece alla memoria i quadri di Norman Rockwell. Così il lettore si ritrova tra atmosfere calde e intime legate alla nursery, mentre viene solleticato da uno stile più scanzonato e irriverente che rende la stessa nursery un luogo di monellerie senza pari. C’è però da aggiungere che nonostante il voluto effetto didascalico (forse Cinzia Ghigliano ha studiato le belle tavole illustrate dei libri di fine ottocento), i deliziosi dettagli delle illustrazioni e i cammei disseminati come miniature accanto al testo, trovano nel racconto di Saki un’eco non del tutto combaciante: questo porta il lettore a percepire distintamente il sentire dell’illustratrice, i cui quadri sono ben oltre la puntuale trasposizione dell’immaginazione dell’autore. Un connubio davvero ben riuscito.

La scrittura di Saki è ricca, grottesca, sarcastica ed estremamente irriverente.

Grazie a questo stile i suoi bambini sono meravigliosamente terribili, pieni di vita e di invettiva. Bisogna avere un po’ di coraggio nel leggere una prosa tanto bella quanto sapiente ai lettori di oggi; ma io dico che tutto è possibile, e che leggendo “Il ripostiglio” più volte ad alta voce ai vostri bambini di sei, sette anni qualcosa di musicale e di nuovo – sebbene Saki scriva nei primi del ‘900 – possa arrivare alle loro orecchie acerbe.

Nicholas - Cinzia Ghigliano
Nicholas – Cinzia Ghigliano

Infine un appunto squisitamente personale: Nicholas mi ricorda moltissimo un bambino iscritto a Scuola Radice, non solo per i tratti somatici, ma per l’intraprendenza, l’irrequietezza e la “furberia”. A te, caro A, auguro di trovare sempre un dipinto in cui muovere la tua immaginazione, adulti e maestre in grado di vedere oltre le tue birichinate, e una scuola che sappia strappare alla polvere tutte le meraviglie del mondo.

Un pensiero su “Il ripostiglio – Albo narrativo

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Ho letto la policy privacy e accetto il trattamento dei miei dati personali