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Cari lettori,
abbiamo deciso di condividere sul nostro blog alcune delle bibliografie di Radice-Labirinto, non solo per rendervi partecipi di una parte importante del nostro lavoro, ma anche per sostenere la qualità di una libreria indipendente contro l’abuso dell’acquisto di libri su piattaforme virtuali.
Noi crediamo che il lavoro di molti librai qualificati valga ben più dello sconto offerto dai negozi in rete; le librerie indipendenti per bambini e ragazzi e tutte le librerie in generale, quando meritevoli, meritano oggi più che mai la vostra attenzione.
A Radice-Labirinto si stilano tre tipi di bibliografie (due delle quali sono un servizio peculiare della nostra libreria):
- Le bibliografie semplici, ovvero un elenco di libri scelti dai nostri scaffali su una precisa tematica.
- Le bibliografie ragionate, ovvero una selezione accurata di pochi titoli (massimo 15 ) in cui si fornisce un commento puntuale sul perché quel libro compare nella bibliografia.
- Le bibliografie intrecciate, ovvero una piccola selezione di albi e libri (massimo 7) che in modo non didascalico costruiscono percorsi analogici a partire da una fiaba.
Ogni percorso bibliografico non solo rappresenta l’anima e il carattere della libreria che lo ha costruito, ma richiede tempo e mestiere; per questo vi chiediamo di condividere le nostre bibliografie con amore e nel caso voleste utilizzarle di riportare sempre il nome della libreria che le ha compilate; se poi doveste decidere di acquistare un libro che vi ha colpito dal modo in cui ve ne abbiamo parlato, confidiamo che vi recherete nella vostra libreria indipendente di fiducia più vicina o ci contatterete via mail (info@radicelabirinto.it) per ricevere il vostro libro via posta (il piego libro costa solo 1 euro e 30 centesimi).
Ci sentiamo di credere nella correttezza dei nostri lettori e nell’etica dei nostri colleghi.
La prima bibliografia che vi presentiamo è una bibliografia ragionata sul tema della famiglia, tema che oggi fa molto discutere e che, dai fatti di Venezia in poi, ha costituito un argomento di cruciale importanza nell’ambito della letteratura per l’infanzia.
La bibliografia che condividiamo è divisa in due parti e pensiamo traduca, meglio di mille parole, il pensiero dei librai di Radice-Labirinto su questa tematica tanto delicata e preziosa.
Buona lettura.
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PICCOLA BIBLIOGRAFIA RAGIONATA sulla FAMIGLIA NELL’ALBO e nel LIBRO ILLUSTRATO
A cura della libreria per l’infanzia RADICE-LABIRINTO
Premessa
In questa piccola bibliografia ragionata si sono scelti albi e libri illustrati che possano mostrare al bambino storie in cui il nucleo famigliare assume valenze significative nei confronti dell’infanzia.
Questa bibliografia non vuole essere una ricerca contro lo stereotipo e quindi non si occupa delle così dette famiglie speciali, ma si prefigge di mettere in luce la quotidianità di un bambino in tutta la sua complessità.
Negli albi selezionati e commentati si troveranno famiglie che non avendo paura di mostrarsi per quello che sono, costruiscono nel bambino la capacità di comprendere la realtà e il proprio mondo interiore. La famiglia è il primo nucleo sociale che il bambino incontra lungo il cammino, il luogo dove emozioni e sentimenti si alternano per disegnare una mappa emotiva e cognitiva del mondo. La famiglia è quella che ci protegge e ci trasmette valori, ma anche quella che ci vincola ed è in grado di costruire in noi paure profonde; è la cellula primigenia da cui sempre si parte e sempre si ritorna per capire meglio noi stessi, e da cui, in una tensione positiva o negativa, cerchiamo di emanciparci.
Non ci sono nei libri per bambini esempi negativi di famiglia, ma noi crediamo che nella migliore letteratura – a cui quella per l’infanzia appartiene di diritto – la capacità di raccontare le ombre sia intrinsecamente legata a quella di saper raccontare la luce, basta solo leggere tra le righe. Nessun libro ad hoc dunque in questa bibliografia ragionata, ma solo la variegata esistenza di un bambino.
I libri selezionati hanno come protagonisti bambini e non animali.
La bibliografia si compone di due parti: famiglia-conchiglia e famiglia-meraviglia. Nella prima parte si presentano albi in cui le famiglie sono un rifugio, un luogo caldo in cui crescere, il posto dove si apprendono le regole della società, i suoi limiti e i suoi timori.
Nella seconda parte sono stati selezionati albi in cui compaiono famiglie in grado di sostenere o incoraggiare il senso di meraviglia, l’educazione estetica, la scoperta e le risorse del bambino.
Parte prima: FAMIGLIA CONCHIGLIA
Famiglia casa
che cura e protegge
famiglia severa
che insegna la legge
famiglia che sa
famiglia paziente
famiglia povera
ma risplendente
famiglia guscio
calda e avvolgente
di lana e di ciniglia
famiglia sicura
famiglia conchiglia.
Alessia Napolitano
1. Mirabel di Astrid Lindgren e Pija Lindembaum (Motta junior)
In questa storia dai profondi echi fiabeschi la famiglia resta sullo sfondo. E’ una famiglia povera, che lavora sodo coltivando la terra e che non può permettersi di regalare alla figlia la bambola che tanto desidera. Il padre e la madre con rispetto e dignità, invitano la loro bambina ad avere pazienza. La bambina, che narra la storia in prima persona con una freschezza che solo la grande Astrid Lindgren sa restituirci, riceve in dono un seme da uno strano vecchietto. Piantato nell’orto, il seme diventerà una meravigliosa bambola in grado di parlare. Una delle parti più interessanti e commoventi della storia si ha quando la bambina invita la sua famiglia ad assistere al prodigio della bambola sbucata dalla terra. La mamma e il papà non dubitano nemmeno per un attimo delle parole delle figlia; convinti che nella vita di un bambino possano accadere cose straordinarie, i genitori assistono pieni di meraviglia al prodigio. Con grande maestria Pija Lindembaum ritrae lo stupore sui loro volti, volti semplici ma così spontanei da trasmetterci quella bontà senza retorica che sempre come libraia mi auguro di trovare nei libri per bambini.
2. Cane Nero di Levi Pinfold (Terre di mezzo)
Una famiglia che non ha timore di mostrare le proprie paure, che accoglie il coraggio della figlia più piccola con la fiducia di chi sa che i bambini possono insegnarci qualcosa. Un enorme cane nero si presenta davanti alla casa della Famiglia Hope; a turno la madre, il padre, la figlia maggiore e il figlio di mezzo si imbattono nella figura mitica del cane selvaggio. Levi Pinfold non mostra da subito il cane al lettore, il quale inizia a immaginarselo a partire dai particolari che l’illustratore dissemina nelle prime pagine dell’albo. Quanto sarà grande? Ognuno lo paragona a ciò che di più terribile conosce (interessante calarsi nei diversi punti di vista), finché Small, la figlia più piccola della famiglia non decide di affrontarlo. Nessuno la ferma perché gli adulti saggi ( anche se spaventati) sanno che lo sguardo nuovo sul futuro non può essere ingabbiato dalle proprie paure. Grazie al suo coraggio Small farà rimpicciolire il terribile cane nero che in realtà è un docile randagio in cerca di una famiglia (interessante leggere la storia dal punto di vista del cane).
3. Betta sa andare in bicicletta/ Betta sa fare quasi tutto di Astrid Lindgren, con le illustrazioni di Ilona Wikland (Il gioco di leggere)
Due albi che vedono come protagonista Betta, una delle tante bambine vere, intelligenti e ribelli nate dalla penna di Astrid Lindgren. Nel primo albo Betta vuole imparare ad andare in bicicletta, nel secondo vorrebbe riuscire a fare tutto quello che fanno i bambini più grandi (e anche qualcosa di più). Ad accompagnare la vita di Betta e la sua inesauribile voglia di imparare, troviamo una famiglia accogliente e ferma nel sancire vincoli e regole. Una famiglia che osserva con discrezione i propri figli e che interpone la giusta distanza tra il mondo adulto e quello infantile. Una distanza che nella nostra contemporaneità risulta quanto mai preziosa, e che non deve essere intesa come fredda ricognizione della vita dei propri figli, ma come cura discreta e amorevole, rispettosa non solo dei rapporti che i bambini stabiliscono con i loro coetanei, ma anche dei legami stabiliti con gli adulti fuori dal nucleo famigliare. Con i racconti di Astrid Lindgreen e i disegni di Ilona Wikland possiamo immergerci in un tempo dilatato dove è ancora concesso perdersi, sperimentare, essere tristi, avvilirsi, recuperare…un tempo in cui essere se stessi e in cui riscoprire la nostra selvatichezza e il conforto discreto di un bagno caldo e di un letto con le lenzuola pulite.
4. Sciocco Billy di Antony Browne (Donzelli)
Da uno degli autori e illustratori più importanti dei nostri tempi, un albo sapiente sui sentimenti dei bambini. Billy ha dei brutti pensieri, tanto terrificanti da non lasciarlo dormire bene: una processione di scarpe in camera da letto, un uccello gigante che entra dalla finestra, una nuvola minacciosa proprio sopra al cuscino…Cosa sono le paure dei bambini? Mondi nei mondi, appena spiegabili. La mamma e il papà cercano di tranquillizzare Billy, ma in fondo non capiscono o forse non ricordano cosa significhi avere paura del buio, così pensano basti una frase di circostanza come “Non c’è di che preoccuparsi” per mettere fine ad ogni pensiero. La mamma e papà vogliono bene a Billy, corrono da lui, accendono la luce, ma Billy pare avere bisogno di una condivisione più profonda, ma i bambini, si sa, hanno poche parole per esprimere i loro timori più intimi.
Il climax si raggiunge a casa della nonna: letto enorme, carta da parati sospetta, un quadro da brividi (in verità è il bellissimo quadro di Friderich “L’infinito”), insomma impossibile dormire; ma ecco arrivare la nonna che come una magica curandera sa cosa affligge Billy, e sa perché ricorda, sa perché forse la dimensione della vecchiaia è così vicina alla morte come l’infanzia lo è al salto dentro la vita. La nonna ascolta Billy e gli regala 5 bamboline a cui raccontare i suoi cattivi pensieri (a una le scarpe, a una la nuvola ecc..). Le bamboline proteggeranno Billy e lui farà sogni sereni, finché (e qui si palesa il talento di Antony Browne) le cose non precipitano di nuovo: e se le bamboline non possono dormire perché fanno brutti pensieri per colpa di ciò che Billy ha raccontato loro? Così è l’infanzia, un’onda continua di sensazioni ed emozioni, un continuo processo di apprendimento attraverso una formulazione infinita di problemi nati dall’osservazione di se stessi e del mondo. La nonna ha aiutato Billy, ma ora tocca a Billy aiutare le bamboline. Il sostegno della famiglia si sublima quando Billy, in prima persona, mette in atto il suo ingegno per risolvere la situazione, rielaborando in modo del tutto personale, l’aiuto ricevuto.
5. Maialibro di Antony Browne (Kalandraka)
Un altro libro di Antony Browne, un altro capolavoro di ironia e sagacia. Un libro che si pone con tale chiarezza d’intenti contro lo stereotipo di genere, da non risultare un libro ad hoc. Ci vuole talento per rendere palese un concetto senza scadere nella banalità e nella retorica – cosa che spesso succede ai libri che noi di Radice-Labirinto definiamo “libri aspirina”. La famiglia Maialozzi è composta da tre uomini (il Signor Maialozzi e i due figli) e dalla Signora Maialozzi, la mamma. I maschi di casa si fanno riverire e accudire e la mamma è la loro serva: lava, stira, fa la spesa…Quando Antony Browne ce la descrive usa colori opachi, mostrandoci una donna quasi senza volto, in netto contrasto con la tavolozza di colori squillanti usata per ritrarre i figli e il marito. Tutto questo fino a quando la mamma lascia un biglietto e sparisce. La frase d’addio è semplice: “siete dei maiali”. Lentamente, ma inesorabilmente padre e figli si trasformano davvero in maiali, ma non solo loro…tutti gli oggetti della casa prendono la forma di un maiale: i pomelli delle porte, la carta da parati, i rubinetti, i volti dei quadri, il vaso per i fiori… La casa abbandonata a se stessa diventa un trogolo e nelle ombre del paesaggio fuori dalla finestra si profila un terribile lupo (bisogna aguzzare la vista, ma i bambini lo vedono quasi subito). Poi la porta si apre e la mamma appare come un’epifania. Il marito e i figli le promettono di cambiare e di aiutarla, d’ora in poi, nelle faccende domestiche; non promettono per paura di rimanere nuovamente orfani, ma perché hanno capito che in una famiglia è necessario collaborare. Da dove deduciamo tutto questo? Dalle ultime pagine dell’albo dove vediamo gli uomini della Famiglia Maialozzi lavare felici i piatti, stirare, sparecchiare…a volte pare basti condividere i piccoli momenti della routine quotidiana per sentirsi più uniti. E la mamma? Beh, la mamma aggiusta il motore della macchina, naturalmente.
6. Nel bosco di Antony Browne (Kalandraka)
Ultimo libro di Antony Browne di questa bibliografia. Un albo complesso, ricco, inquietante e ambiguo come deve essere la migliore letteratura, un piccolo capolavoro in cui trovare così tanti spunti di riflessione da non poterli esaurire in questo breve commento. La storia inizia in medias res: un forte rumore nel cuore della notte, un bambino seduto nel suo letto, fuori dalla finestra un tremendo temporale. La mattina seguente il papà non c’è, la sua sedia al tavolo della colazione rimane vuota. Dove sarà? La mamma sembra molto preoccupata, ma come spesso succede, gli adulti non trovano le parole adeguate per comunicare la loro preoccupazione o il loro dolore ai più piccoli. I bambini sono invece molto sensibili ai cambiamenti e può bastare una sola nota fuori posto nella partitura della quotidianità per far emergere paure ataviche e profonde. La paura, essendo un sentimento umano tra i più importanti, fa parte dell’infanzia perché parte della vita, che lo vogliamo o meno. Non è il terrore di orchi e streghe quello che più spaventa i bambini (semmai queste figure archetipiche li aiutano nel dare un nome ai loro timori più profondi), ma quello capace di rendere l’atmosfera famigliare carica di tensione, fatto di silenzi e non detti. Antony Browne lo sa bene e ce ne parla in questo magnifico albo che spesso respinge gli adulti, ma che i bambini, quando hanno la fortuna di incontrarlo, amano immensamente. I bambini amano la verità, la complessità e gli adulti che non temono di mostrare i propri sentimenti. Con una svolta del tutto imprevista, la mamma chiede al bambino di portare un cestino di provviste alla nonna, gli indica la strada più sicura e lo saluta con affetto; ma il bambino che ha fretta di arrivare e urgenza di sapere, sceglie la scorciatoia attraverso il bosco. Immediatamente pensiamo a Cappuccetto rosso e al bosco come metafora primaria di attraversamento, di immersione nelle paure più profonde dell’inconscio.
E infatti il bambino nel bosco incontra tutti i bambini delle fiabe più conosciute: Jack del fagiolo magico (lo scambio svantaggioso), Riccioli d’oro (la curiosità inopportuna) , Hansel e Gretel (l’abbandono). Tutti ambiscono al suo cestino, ma il bambino non cede a nessuna lusinga e prosegue dritto per la sua strada fino ad arrivare alla casa della nonna. I personaggi delle fiabe così come il bosco sono dipinti in scala di grigio, un espediente che permette ad Antony Browne di indicarci la loro giusta collocazione nella storia: l’autore ci sta infatti dicendo, attraverso l’uso del colore, che entrando nel bosco siamo entrati in contatto con il mondo interiore del bambino. L’unico elemento dell’immaginario fiabesco che mantiene vivido e lucente il proprio colore è il cappotto rosso che il bambino trova appeso ad un ramo mentre nel bosco inizia a nevicare. Probabilmente quel cappotto è l’unico oggetto delle fiabe che il bambino riconosce come suo e che, una volta indossato, equivale ad un’investitura. Varcata la soglia della casa della nonna i colori ricompaiono e la nonna, sdraiata nel letto, accoglie a braccia aperte il caro nipotino. Ma la nonna non è sola: nella stanza c’è anche il papà. Non essendo stata bene durante la notte, il papà è corso a trovarla. Un libro in cui la famiglia è luogo di inquietudini, di sensazioni amplificate e di silenzi; una famiglia che però è infine capace di riconciliarsi e di ritrovarsi, e in cui il bambino, capace di rielaborare sentimenti ed emozioni anche attraverso un percorso personale, diventa parte attiva ed integrante della soluzione finale.
7. Una giornata speciale di Emanuela Bussolati (Lapis)
Un albo senza parole per raccontare una giornata con la nonna. E’ una nonna dei nostri tempi quella che ci racconta Eamnuela Bussolati, in questo piccolo albo dal sapore autobiografico. E’ un albo di una dolcezza e di una semplicità disarmanti, che pure è in grado di trasmetterci il sapore di un’infanzia desiderata e desiderabile. Si coglie nei particolari di questo libro (come il moccio al naso che la nonna deve perennemente asciugare) la qualità del tempo e la cura di una giornata normale eppure tanto speciale: lo zucchero filato, il parco, la casa, la cena,sono tutte minuscole cose che tuttavia risplendono come il sole se calate nella quotidianità di un bambino. A volte basta poco per essere felici, a volte una casa calda e accogliente e una nonna sono sufficienti per sperare in altri giorni d’amore.
8. Buon viaggio piccolino di Beatrice Alemagna (Topipittori)
Il rito della buonanotte è forse uno di quei momenti che si ripetono sempre uguali in una famiglia, uno di quei passaggi che più di altri ci riporta ad una pratica magica e quasi primitiva, con le sue precise parole e i suoi gesti prestabiliti e metodici. Un albo di piccole dimensioni che ci riporta lo sguardo del bambino immerso in questo rito sempre emozionante e anche un po’ inquietante: abbandonarsi al sonno non è facile, perdere il controllo del proprio corpo, fidarsi dell’abbraccio della notte e abbandonare il corpo al mondo dei sogni per ritornarne rinfrancati. Forse è davvero un viaggio e Beatrice Alemagna in questo libro ce lo descrive molto bene. Una mamma e un papà che si occupano di questo rito con amorevolezza, muovendosi in una casa disseminata di piccoli oggetti, certamente trasformata dall’arrivo di un bambino.
9. Leo e Lia di Laura Orvieto (Giunti Junior)
Una mamma che racconta la vita ai propri bambini, rispondendo alle loro domande. Un libro attuale anche se scritto più di un secolo fa, perché la curiosità e lo stupore di un bambino che si affaccia alla vita, rimangono immutate nel tempo. Brevi racconti dal sapore autobiografico, nati dall’esperienza di Laura Orvieto, mamma e appassionata narratrice. Laura Orvieto scrive: “Ho voluto raccontare l’aprirsi alla vita dei miei bambini”. L’aprirsi alla vita…Che modo meraviglioso di intendere l’infanzia! Un universo complesso raccontato con una maestria e una semplicità uniche, un capolavoro di delicatezza, saggezza e umiltà; un piccolo gioiello che non dovrebbe mai mancare nello scaffale di ogni libreria. Ventisette racconti brevi i cui i protagonisti sono due bambini, Leo e Lia, immersi in una famiglia dei primi del ‘900 che appare estremamente contemporanea, perché lo sguardo di un genitore amorevole attraversa intatto il tempo.
Nessun timore per il fatto che si tratti di un libro illustrato (con i piccoli e deliziosi cammei di Vanna Vinci) e non di un albo: dopo più di 200 copie vendute a Radice-Labirinto, sappiamo che non c’è bambino che non resti affascinato da Leo e Lia; basta approcciarsi al testo senza pregiudizi – come sempre dovrebbe accadere con la letteratura per l’infanzia.
10. Minty e Tink di Emma Chichester Clark (Feltrinelli)
Minty deve trovare un regalo per il suo fratellino, nato da poco e già fonte di qualche incomprensione. La ricerca non è facile, ma alla fine Minty incontra Tink, un tenero pupazzetto a forma di panda. Tink ha però una straordinaria particolarità, può parlare. Come separarsi da un giocattolo tanto straordinario? Ormai il regalo è promesso.
Sullo sfondo di questo albo delicato e fantasioso con finale a sorpresa, una famiglia capace di far rispettare le regole, dolce e indaffarata come ogni famiglia contemporanea. Una bambina Minty che nel consueto trascorrere dei giorni, negli spazi lasciati liberi dai genitori presi dalla consueta routine, sa coltivare la propria immaginazione e ritagliarsi lo spazio per un segreto speciale. Ognuno in questo albo resta dentro al proprio ruolo con spontaneità. Non c’è morale, non è un “libro aspirina” per l’arrivo del fratellino, ma una storia serena che esprime il suo fascino nella descrizione di una giornata vissuta da una bambina.
11. Il vaso vuoto di Demi (Rizzoli – fuori catalogo)
Un albo meraviglioso, ormai uscito fuori catalogo da qualche anno, ma reperibile in inglese con il titolo Empty Pot (ordinabile presso Radice-Labirinto) che parla del piccolo Ping alle prese con un seme che non ne vuole proprio sapere di nascere. Ping è molto preoccupato perché chi a primavera porterà all’Imperatore della Cina il fiore più bello, diventerà il suo successore. Ping ama i fiori, ne coltiva di tutte le specie, è solo questo seme che non vuole germogliare. Questo albo che si snoda come una parabola nella puntualità del suo messaggio e delle sue parole, vede tra le pagine un padre molto saggio che nel momento più cupo del dolore di Ping, con riservata dolcezza, dice al figlio che lui si presenterà all’imperatore con il suo vaso vuoto “Perché tu hai fatto del tuo meglio e il tuo meglio è buono abbastanza per l’imperatore”. Questa frase è magnifica e rappresenta il cuore del libro: sostenere con parole d’amore i propri bambini nei momenti di difficoltà senza impedire loro di affrontare con coraggio anche le situazioni più difficili. In un altro punto del libro vi è un richiamo importante alla famiglia: ogni genitore vorrebbe che il proprio figlio fosse il prescelto dall’imperatore. Questo breve inciso credo meriti una riflessione importante soprattutto alla luce della competitività dei giorni nostri, dove spesso i bambini sono costretti ad indossare i loro vestiti migliori e a presentare i loro fiori più belli, anche se questi fiori sono dei falsi e profumano di bugie e vanità. Nell’albo di Demi però le bugie vengono smascherate, l’imperatore è saggio e sa chi scegliere per governare in futuro le sue terre.
12. Viaggio di Aaron Becker (Feltrinelli)
Un albo in cui alla famiglia vengono dedicati solo pochi cammei nelle pagine iniziali; nonostante ciò ho inserito questo albo perché credo che ci sia nascosto in quelli che oggi giudichiamo come aspetti negativi della vita famigliare, un tesoro risplendente. E non a caso in questo libro il tesoro inizia a brillare, sotto forma di un gessetto rosso, quando la bambina si ritrova sola e annoiata nella sua camera. Viaggio è un albo silente, ovvero un libro senza parole, ma la trama e il quid narrativo sono rappresentati con una tale chiarezza nello loro sequenza temporale, da portare subito la lettura ad un livello profondo di comprensione. Mentre la bambina cerca di coinvolgere, senza successo, la mamma, il papà e la sorella a partecipare ad uno dei suoi giochi, il lettore riconosce immediatamente, grazie alla mancanza di parole, i sentimenti della bambina sottesi alle immagini: solitudine, infelicità, frustrazione. Leggere le immagini costringe spesso il lettore ad una maggiore immedesimazione con l’illustrazione. Il bambino sa quanto le famiglie siano impegnate, oggi come un tempo, ma l’adulto pensa che questa condizione sia sempre negativa per i figli; ma può non essere così e l’albo di Aaron Becker ce lo dimostra. Famiglia è anche quella che ci scegliamo fuori dalle mura domestiche, quella che si crea con un’anima affine. Non c’è viaggio che non inizi per una circostanza di disequilibrio (nelle fiabe lo vediamo bene): la morte, la solitudine, la frustrazione possono essere dei passaggi, delle circostanze favorevoli per andare a cercare la nostra strada. Se i bambini giocano da soli, se sapranno con l’immaginazione ideare una via di fuga per un tempo migliore, potranno portare nel loro futuro l’energia per un mondo nuovo.
13. Akiko e il palloncino di Komako Sakai (Babalibri)
Un albo raffinatissimo che parla dell’amicizia tra una bambina di due anni e il suo palloncino. La mamma accompagna la figlia con delicatezza nella scoperta che anche le piccole cose richiedono cura e attenzione. Ci pare di sentire la voce di questa mamma, parlare lentamente e senza affettazione. Intorno la casa nella sua quotidianità, nella sua essenzialità che pure ci trasmette calore. Famiglia è dove c’è rispetto per le cose di ognuno, dove ci si consola per i piccoli dolori di ogni giorno, dove si trova la speranza per guardare la notte con fiducia.
14. Rifugi di Emmanuelle Houdart (Logos)
Abbiamo tutti bisogno di un luogo, reale o immaginario, dove sentirci bene e trovare quiete, conforto e amore; un luogo dove nascondere le lacrime e curare le ferite. È questo il concetto che Emmanuelle Houdart esplora in questo libro con la sua affascinante immaginazione, offrendoci del concetto di rifugio molteplici interpretazioni. Il primo rifugio è il ventre materno, seguito dalla culla, la casetta dei giochi, la biblioteca, il giardino… poi sarà l’amore in tutte le sue forme: quello di un padre, di un fratello, degli amici, del compagno o della compagna. Fino al tenero legame tra un nonno e il nipote, l’uno rifugio dell’altro, con cui si chiude l’albo. Intercalando frasi brevi e musicali alle immagini di un’esuberante fantasia e di un’infinita dolcezza, Emmanuelle Houdart che della vita ama dipingere “il meraviglioso e il terribile”, ci accompagna alla scoperta dei luoghi che ci confortano nelle tappe della vita, offrendoci a sua volta, un rifugio nella poesia e nella bellezza tra le pagine di questo libro.
15. La mia invenzione di Silvia Vecchini e Maria Giron (edizione corsare).
La famiglia è quel luogo in cui ci sentiamo liberi di interpretare i luoghi e il tempo con tranquillità, esplorando noi stessi e il mondo attraverso l’immaginazione e il silenzio. Silvia Vecchini usa la parola poetica per dilatare le sensazioni della quotidianità, mentre le tavole di Maria Giron ci portano con delicatezza dentro le stanze di una casa o nell’intimità di un abbraccio. Nella scrittura di Silvia Vecchini la parola diventa ritmo e respiro così che il bambino possa riconoscere il suo cuore nel profondo di questo testo poetico che non esplicita mai, lasciandosi così attraversare in modi sempre differenti a seconda del lettore. Ogni famiglia, credo, sia la somma di molti attraversamenti, e questo albo è capace di condurci nei luoghi caldi e avvolgenti che segnano la mappa di ciascun bambino: si scandagliano gli angoli bui, le pause tra un gioco e l’altro, l’apnea che segue un sorriso. Ogni cosa abbracciata dal silenzio è importante quanto quella inondata dalla luce, perché una famiglia è quel posto dove puoi concederti il tempo anche di non-essere, il tempo di aspettare, il tempo di sognare.
2 pensieri su “Piccola bibliografia ragionata sulla famiglia nell’albo e nel libro illustrato #1”