Il taccuino della libraia – Pesce Guizzante #4

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Premessa

I pensieri sono pesci guizzanti, difficili da acchiappare.
Ho da sempre un’ammirazione segreta per chi tiene in tasca un quadernino in cui annotare i propri pensieri, un piccolo mare di carta nel quale riconoscere tra segni a matita e ad inchiostro, i guizzi di quei pesciolini disordinati e caotici.
L’estate è la stagione perfetta per un taccuino, per un quaderno fatto di note a margine, di parole intrecciate senza logica apparente, una corrente gioiosa e veloce in cui tuffare lo sguardo a distanza di giorni per ripescare tesori.
Così ho deciso di annotarli qui, senza troppe remore. Pensieri veloci che condivido con voi e su cui, magari, rifletterò i in modo più approfondito in futuro.
Buoni pensieri!
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Illustrazione di Christopher Dotson
Illustrazione di Christopher Dotson

Caro bambino, mamma e papà potranno pensare che per certi versi Pippi Calzelunghe sia un libro diseducativo; più volte ci siamo sentiti dire questo in libreria. E invece, caro lettore, i primi censori di Pippi sono proprio i bambini e questa è una cosa straordinaria. Nella Pippi di Astrid Lindgren, Tom e Annika sono il contraltare della protagonista e diventano una sorta di coro greco per il lettore. Il coro greco nelle tragedie e nelle commedie era un elemento fondamentale: come un unico personaggio rappresentante la collettività, riassumeva e commentava la vicenda o tra sé e sé o interloquendo con l’attore. Rappresentando la  cittadinanza, il coro indossava abiti quotidiani e maschere non troppo vistose, tranne nei casi in cui doveva rappresentare esseri mitologici o uomini appartenenti a popoli stranieri. Così se Pippi è una bambina fuori dal comune, Tommy e Annika sono i bambini di tutti i giorni – sono i lettori –  quelli che guardano Pippi e le dicono: sei sicura di volerti arrampicare sul tetto? O quelli che mentre Pippi combina disastri ad una festa per signore, la invitano a comportarsi educatamente. Certo, Tom e Annika seguono Pippi nelle sue avventure, al suo fianco diventano Pirati o  vanno in cerca dello Spunk – e come potrebbero fare diversamente avendo davanti la più straordinaria, buffa e incredibile bambina di tutti i tempi?

Illustrazione di Barbara Dziadosz
Illustrazione di Barbara Dziadosz

Con Pippi il “far finta di” per Tom e Annika diventa vero, ma sempre nel limite del reale.  Se Pippi è l’incarnazione dell’infanzia più libera, più spensierata e felice che si possa immaginare, diventa allo stesso tempo, proprio in virtù della sua eccezionalità, una figura mitologica, quindi non imitabile. Pippi è una bambina che ha bisogno di essere tradotta al pubblico da un coro…di bambini.  I bambini sanno distinguere più di quanto si pensi il sogno dalla realtà e  Tom e Annika ne sono la prova, il contrappunto preciso e puntuale di tanta straordinarietà. Loro non si arrampicano sul tetto, non mangiano chiodi a colazione, non provano a sollevare cavalli con la sola forza delle braccia, loro sono speciali –  sembra dirci la Lindgren – in quanto bambini che credono nella possibilità di una visione diversa del mondo.

Non c’è niente di più drammatico che credere che la letteratura sia diseducativa: la letteratura parla della vita ed è un privilegio farne esperienza attraverso le pagine di grandi autori. In questo modo noi possiamo prendere consapevolezza dei nostri pensieri, attraversare zone d’ombra sul filo leggero delle parole, maturare uno sguardo critico su noi stessi e sulla realtà.

 

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